INCIDENTE ALFA ACCIAI DI BRESCIA 1997
 http://www.arpa.emr.it/piacenza/sitopc/eccellenza/rete97/par6.html

Rete di Monitoraggio - 1997

5. 6. - CONTROLLI RADIOMETRICI SU IMPORTAZIONI E TRANSITO DI ROTTAMI METALLICI 7.

Il rischio di radiocontaminazione del materiale metallico destinato al riutilizzo, come i rottami ed altri residui di lavorazione, oltre che in Italia risulta ben noto anche all'estero: nella letteratura specializzata più recente vengono infatti riportati almeno 49 "eventi" di una certa rilevanza, verificatisi in tutto il mondo, nei quali materiale radioattivo è stato accidentalmente fuso con rottame all'interno di fonderie o acciaierie; tre di questi si sono verificati in Italia, due dei quali in Lombardia.
Molti di più sono i casi in cui è stata riscontrata la presenza di materiale radioattivo prima della fusione. Risultano essere più di trecento quelli sinora registrati negli Stati Uniti, ma sono solo una parte di quelli realmente avvenuti.

Data la dimensione notevole del materiale metallico destinato al riutilizzo trattato nel nostro paese, con l'entrata in vigore del D.Lgs. 230/95 di recepimento delle direttive comunitarie Euratom in materia di radiazioni ionizzanti è stato introdotto nella nuova normativa, all'art. 157, l'obbligo della sorveglianza radiometrica sui rottami metallici di qualsiasi provenienza destinati alla fusione, da parte sia dei soggetti che li lavorano sia di quelli che compiono attività di raccolta e deposito.
Sembra però che tale obbligo non venga puntualmente assolto, in relazione alla mancata emanazione del decreto interministeriale contenente le relative condizioni di applicazione del citato art. 157.

Nella prima decade di maggio 1997 nello stabilimento Alfa Acciai di Brescia si è verificato un episodio di contaminazione radioattiva a seguito della fusione accidentale di sorgenti di 137Cs e 60Co che evidentemente si trovavano nei rottami inviati al forno nei giorni precedenti la scoperta della contaminazione, scoperta che è stata possibile e seguito di controlli di radioattività sulle polveri captate dall'impianto di abbattimento fumi e conferite a smaltitore autorizzato. tali controlli hanno evidenziato la presenza di 137Cs.
Successivi accertamenti sui semilavorati e sui prodotti finiti hanno invece evidenziato la presenza di 60Co.
A seguito di tale scoperta si è provveduto immediatamente a fermare il forno interessato all'evento nonchè ad allontanare le maestranze da tutta la linea di processo dandone contemporaneamente comunicazione all'AUSSL di Brescia che subito interveniva con i propri tecnici per effettuare controlli ambientali per determinare il livello di contaminazione nelle varie parti dell'impianto e nell'ambiente circostante lo stesso.
A cura dell'AUSSL citata è stata inoltre classificata l'area interessata provvedendo alla sua tempestiva delimitazione. Contemporaneamente è stato dato incarico alla NUCLECO di Roma per l'effettuazione di un sopralluogo tecnico mirato alla valutazione della contaminazione attraverso opportuna mappatura di tutto l'impianto per poi procedere alla formulazione di un piano di intervento di bonifica da sottoporre all'approvazione della AUSSL. Nel corso del sopralluogo sono stati prelevati dai tecnici NUCLECO campioni di polveri nei punti critici dell'impianto ed è stata effettuata una mappatura completa della intensità di esposizione e della contaminazione superficiale all'esterno dell'impianto e sono state inoltre eseguite misure di contaminazione in aria.
I risultati delle suddette attività hanno evidenziato presenza significativa di 137Cs nelle polveri e di 60Co nei prodotti semilavorati mentre non si sono riscontrati valori apprezzabili di contaminazione in aria e sulle superfici esterne dei componenti di impianto oggetto del sopralluogo. Inoltre sono stati effettuati controlli sanitari su decine di persone che peraltro si sono poi verificati negativi.
Ottenuta l'autorizzazione è iniziato l'intervento di bonifica, che ha interessato essenzialmente le aree precedentemente individuate ed è durata 40 giorni ininterrottamente.

In definitiva l'evento ha avuto inizio il 13 maggio e si è concluso a metà luglio per una durata di ben 65 giorni. La fermata del forno ha comportato una mancata produzione di acciaio pari al 50% della potenzialità totale dell'Azienda il che, di conseguenza, ha ridotto anche l'utilizzo dei laminatoi al 50% nonchè di tutto il settore a freddo per il 40%. La perdita di fatturato è stimabile attorno ai 40 miliardi. Durante tutto il periodo si è ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori di tutti i comparti produttivi con il coinvolgimento di circa 200 unità al giorno, ogni lavoratore ha perso mediamente tre settimane lavorative per un monte ore complessivo pari a 50000 h. Il costo sostenuto dall' Azienda, sia in termini di bonifica sia in termini di costi fissi insopprimibili in mancanza di produzione, è di gran lunga superiore ai 10 miliardi. Le polveri e i prodotti contaminati permangono, seppure in completa sicurezza, in Azienda in quanto a tutt'oggi non esiste in Italia un sito idoneo a riceverli.

Dopo tale incidente, la Regione Lombardia ha quindi ritenuto necessario ed urgente un provvedimento che concretizzasse l'obbligo della sorveglianza radiometrica, specificandone le modalità di attuazione, al fine di garantire la tutela della popolazione e dei lavoratori, nonchè dell'ambiente, dal rischio di fusioni accidentali di materiale radioattivo.
E' stata quindi adottata dal Presidente della Giunta regionale una ordinanza contingibile ed urgente ai fini di sanità pubblica, la n. 57671 del 20/6/97, che impone una serie di controlli:

L'attività di controllo preventivo da parte delle aziende ha naturalmente dato i suoi risultati, evidenziando man mano prima una serie di problematiche di tipo amministrativo-giudiziario (sequestro del materiale risultato radiocontaminato, necessità di accordi preliminari tra venditore ed acquirente di rottami in relazione agli oneri di smaltimento del materiale radioattivo eventualmente rinvenuto, modalità di smaltimento del materiale stesso, ecc.) e poi delle problematiche "nuove" dal punto di vista della applicabilità della normativa e della valutazione dei rischi come ad esempio la ricorrente presenza di sostanze radioattive nei materiali in esame.

In base a quanto risulta alla ASL lombarde, da quanto è entrata in vigore l'ordinanza regionale sono stati rilevati dalle aziende circa un centinaio di carichi di rottami metallici contaminati, quasi tutti in provincia di Brescia; è interessante osservare che:


Nel 50% dei casi le sostanze radioattive presenti erano rappresentate da 226Ra, e nel 20% dei casi da isotopi di origine naturale (famigli dell'Uranio e del Torio); un altro 20% circa dei carichi risultati radiocontaminati conteneva invece radionuclidi artificiali, soprattutto 60Co, 137Cs, 192Ir, 85Kr. L'attività stimata delle sorgenti o dei materiali ritrovati varia da qualche decina di kBq a parecchie decine di MBq ( nel caso dei parafulmini radioattivi) per ciascun "oggetto". Per quanto riguarda invece il tipo di oggetto radioattivo rinvenuto nei carichi di rottami, si è trattato nel 55% dei casi di materiale metallico radiocontaminato (tubi, piastrine, dischi, trucioli, incrostazioni, pezzi vari), nel 17% dei casi di vere e proprie sorgenti radioattive e nel 18% dei casi di quadranti di strumenti; inoltre in alcuni casi sono stati ritrovati parafulmini radioattivi e rivelatori di fumo.

L'incidente presso l'Alfa Acciai ha comportato l'esecuzione di controlli conseguenti presso una ditta di Ozzano Taro (Pr), cui l'Alfa Acciai conferisce le materie prime. Tali controlli hanno escluso la presenza di materiale radioattivo.
L'entrata in vigore dell'ordinanza della Regione Lombardia ha comportato la respinta, e conseguentemente l'esecuzione di controlli e verifiche successive, di alcuni carichi provenienti da ditte situate nella nostra regione. In particolare analisi radiometriche su campioni di un carico di polverino proveniente dall'impianto di abbattimento fumi di una acciaieria della provincia di Reggio Emilia hanno evidenziato presenza di contaminazione da 137Cs. Ulteriori controlli eseguiti da tecnici di ARPA della Sezione di Reggio Emilia presso la ditta hanno comunque escluso la presenza di contaminazioni diffuse e rischi per i lavoratori e la popolazione.

L'attività di controllo radiometrico in Emilia-Romagna sui rottami metallici di importazione, eseguita dalle Sezioni Provinciali di ARPA coordinate dal CRR di Piacenza, risulta sostanzialmente concentrata presso il porto di Ravenna (importante valico di confine nella Regione).

Nel corso del 1997 al porto di Ravenna sono state sottoposte a controllo dai tecnici dell'ARPA circa 3000 tonnellate di rottami, per la maggior parte non ferrosi e prevalentemente collocati in container. In Fig. 20 vengono indicati i quantitativi di materiale importato nei diversi mesi dell'anno. I container vengono sbarcati in piazzale, ma l'ingresso in territorio nazionale è subordinato all'esito delle misurazioni radiometriche richieste dall'importatore all'ARPA di Ravenna.
 


Fig. 20: Quantitativi di rottami metallici importati attraverso il porto di Ravenna

Di prassi si effettuano misure di irraggiamento con strumentazione portatile in dotazione, all'esterno dei carichi e a distanza non superiore a 20 cm dalla superficie esterna del container. Nel caso in cui si verifichi un incremento, seppur modesto, rispetto al fondo naturale, si procede ad ulteriori analisi prima di restituire il carico allo speditore.
Per materiale collocato in stiva alla rinfusa, le misure vengono effettuate sulla nave che staziona in rada, oppure sul materiale stoccato in un' area adibita in ambito portuale.

Il numero di interventi effettuati dall'ARPA di Ravenna a dicembre 1997 sono riportati in Fig. 21. I rottami che giungono al porto di Ravenna, e per i quali è nota la destinazione, risultano utilizzati solo in minima parte nel territorio regionale: la maggior parte viene trasportato e lavorato in fonderie della Lombardia, Veneto, Liguria ed Umbria.


Fig. 21: Numero di interventi effettuati dall'ARPA di Ravenna presso il porto
I risultati dell'attività di controllo eseguita nel 1997 sono riassunti nello schema sotto riportato:

Controlli effettuati nel 1997 presso le dogane con strumentazione portatile



Punto controllo Tipo trasporto N° carichi

controllati

Esito laboratorio

coinvolto

Porto (RA) Navale 150 (*) Positivo 

(1 container)

ARPA RA
Campogalliano (MO) Stradale 1 Negativo ARPA MO

(*) Container Equivalenti

Controlli effettuati nel 1997 presso ditte con strumentazione portatile



Punto controllo Tipo trasporto N° carichi

controllati

Esito laboratorio

coinvolto

Fiorenzuola (PC) - - Negativo ARPA PC
Cortemaggiore (PC) - - Negativo ARPA PC
Fidenza (PR) - - Negativo ARPA PR
Ozzano Taro (PR) - - Negativo ARPA PR
Casello autostrada (PR) Stradale 10 Negativo ARPA PR
Rubiera (RE) -   Positivo 

(polveri)

ARPA RE
S. Vito (MO) Stradale 2 Negativo ARPA MO

 

Riepilogo tipologie controlli effettuati



Misure Anno Esito 
Strum. Portatile 1993 699 Variazioni superiori fluttuazioni fondo su diversi carichi FF.SS. (UD)
  1994 420 Negativo
  1995 219 Negativo
  1996 81 Negativo
  1997 163 Variazioni superiori fluttuazioni fondo su 1 container
Spettrometria g 1993 21 Tracce 60Co in due campioni (*)
  1994 4 Tracce 134Cs e 137Cs in alcuni campioni (**)
  1995 n.d. Negativo
  1996 0 /
  1997 45 Presenza isotopi famiglia Uranio (235U-238U)

Presenza contaminazione 137Cs in diversi campioni di polveri

239Pu 1993 4 Negativo (***)
  1994 0 /
  1995 0 /
  1996 0 /
  1997 0 /

(*) = 10-3Bq/g (**) = 10-2 Bq/g (***) limite di rilevabilità 10-2 Bq/g

Considerato che il rischio di radiocontaminazione nei rottami metallici destinati al riciclo rappresenta un problema non trascurabile, pare auspicabile che i Ministeri interessati emanino al più presto l'atteso decreto in materia, tenendo conto delle esperienze già attuate in diverse realtà e che il nostro governo si attivi presso le competenti autorità del Consiglio dell'U.E. in ordine alla definizione di specifica normativa/regolamentazione europea relativa alla circolazione tra gli stati membri e non di rottami metallici potenzialmente contaminati.
 


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