Se non è Amianto cos'è? Sorgenti radioattive nella fonderia?
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Alto Adige - BOLZANO - 28/11/2001
 http://www.altoadige.kataweb.it/altoadige/arch_28/bolzano/bolzano/az101.htm
 

Un'altra nube su Oltrisarco, intanto arrivano le analisi definitive
«Le polveri sono dannose»
Esclusa la presenza di fibre di amianto all'interno del reparto Erre

di Luca Fregona

BOLZANO. Mentre gli abitanti di Oltrisarco denunciano una nuova ondata di polveri "calata" sul quartiere lunedì sera, l'Ufficio aria e rumore della Provincia ha concluso dieci giorni di analisi sui campioni prelevati dalle auto intaccate in Zona e al reparto scorie delle Acciaerie. Lo rivela il direttore dell'Ufficio Norbert Lantschner. Che anticipa i risultati: la provenienza delle polveri corrosive rimane ignota, ma quelle dello stabilimento di via Volta sono comunque dannose perché contengono metalli.
Direttore Lantschner che analisi avete eseguito?
«Abbiamo tentato di riprodurre in laboratorio la composizione chimica delle polveri che, stando alla denuncia di Centralauto, avrebbero corroso le carrozzerie. Sono state, ovviamente, analizzate anche le polveri del padiglione scorie delle Acciaierie».
Conclusioni?
«Le polveri delle Acciaierie, sottoposte a diversi test di umidità, non hanno mai prodotto una reazione corrosiva. Insomma, a depositarsi sulle auto è stato qualcos'altro...».
Qualcos'altro tout court oppure un mix tra polveri delle Acciaierie e agenti inquinanti di altra provenienza?
«Difficile rispondere. L'unica cosa sicura è che le polveri delle Acciaierie non sono aggressive verso i metalli. Gli agenti corrosivi provengono da una fonte diversa».
Avete un'idea precisa?
«No. E' come cercare un ago nel pagliaio».
Le polveri delle Acciaierie sono innocue?
«Non esistono polveri innocue».
Contengono metalli?
«Sì».
Quali?
«Manganese, cromo, titanio, alluminio...».
Sono cancerogeni?
«Sono nocivi. Alcuni possono essere cancerogeni, ma dipende dall'esposizione e dalla concentrazione».
Se sono nocivi, perché sono passati anni prima di ordinare alla Valbruna di intervenire sul parco scorie?
«Perché abbiamo le mani legate. La normativa non è chiara, e questo fa il gioco delle aziende che possono contestare senza problemi i nostri provvedimenti restrittivi».
In che senso, la legge non è chiara?
«Le polveri vengono classificate come "emissioni diffuse". Per questa categoria non sono prescritte soglie minime da non superare».
Cos'è una "emissione diffusa"?
«Qualsiasi emissione non abbia un fonte. Vedi, appunto, il pulviscolo che si solleva all'aria aperta durante la fase di carico e scarico delle scorie. Come le dicevo, la normativa impegna genericamente le aziende a ridurre queste emissioni diffuse, ma non fissa le soglie. Allora succede che se l'Ufficio aria e rumore prescrive dei limiti, la Valbruna trova appigli giuridici a non finire per impugnare il provvedimento. Tengo a precisare che già due volte abbiamo intimato alla Valbruna di risolvere il problema. Prima con una prescrizione, che l'azienda ha contestato. Poi con l'ordinanza di chiusura ermetica del padiglione scorie. Non poteva più andare avanti così».
Quelle polveri era meglio non cadessero su Oltrisarco...
«Questo è chiaro. Qualsiasi normativa ambientale e di tutela della salute parla di prevenzione. Il che significa ridurre al massimo l'esposizione ad agenti dannosi. Ripeto: le polveri non sono innocue».
Altro punto: le coperture in eternit al reparto Erre. Avete in programma un sopralluogo?
«Le verifiche sull'amianto non spettano al nostro ufficio, ma alla sicurezza sul lavoro. Sul mio tavolo sono però arrivati i risultati di un'analisi effettuata poche settimane fa da una ditta specializzata».
E cosa dicono?
«Non sono state trovate fibre d'amianto».
Gli operai possono stare tranquilli?
«Assolutamente sì. La legge prescrive la bonifica solo se c'è sfaldamento. L'Eternit integro non crea pericolo».
Quante tonnellate di cemento-amianto ci sono in zona industriale?
«Impossibile dirlo. E' sicuramente pieno».
Esiste una mappatura?
«No».
E come si fa a sapere se vi sono edifici deteriorarti che liberano fibre?
«Tocca al proprietario sorvegliare la situazione e, eventualmente, procedere al risanamento».
La presenza di amianto nell'aria è monitorata?
«No. Non è tecnicamente impossibile svolgere controlli tipo quelli delle centraline del traffico. L'unico sistema è il prelievo ad intervalli regolari in aree a rischio, come è stato fatto alle Acciaierie».
Qual è la soglia prevista dalla normativa?
«Quando si riscontra la presenza di due fibre per centimetro cubo, è obbligatorio procedere alla bonifica».
L'organizzazione mondiale per la sanità dice però che è impossibile individuare una concentrazione di amianto nell'aria a rischio zero...
«Sì. Ma quella della Osm è una considerazione tossicologica. Per un agente cancerogeno non esiste una "soglia minima". Il rischio zero c'è solo ad esposizione zero. L'amianto è come il benzene: siccome non si può eliminare del tutto, si fissano dei limiti, sapendo benissimo che non sono comqunue sufficienti ad evitare tumori e leucemie».
Al reparto Erre potrebbero esserci quantità che non sono state rilevate perché sotto la soglia di legge, ma ugualmente pericolose?
«Teoricamente sì. Ma le fibre di amianto si trovano ovunque. Persino al Polo Nord. E' stato utilizzato moltissimo in edilizia e come isolante».
Ma lei il reparto Erre lo bonificherebbe?
«Certo. Parliamo di materiali esposti ad una forte usura. E' come avere sempre una ipoteca sulla testa. Ma non posso imporre alla Valbruna di farlo fino a quando le lastre sono integre».
Lei lavorerebbe in un palazzo dove c'è amianto?
«Sì. Ma pretenderei di essere sempre informato sui controlli. Insomma, dovrei essere sicuro di potere fidarmi del padrone di casa».