AVVENIRE 13/01/2002
 http://www2.chiesacattolica.it/avvenire/seed/cn_avvenire.c_select_abstract?id=232980&pubblicazione=Primo+Piano&zoom=0&layout=1&id_session=64

Il docente di Relazioni internazionali a Napoli: è stato raggiunto l'obiettivo di allentare la tensione
«Ha dimostrato grande coraggio»

Mazzei: il generale sa che ora ci sarà la reazione interna

Chiara Placenti

«Il discorso di Musharraf è stato molto coraggioso». È il commento di Franco Mazzei, docente di relazioni internazionali all'Istituto Orientale di Napoli, ed esperto di realtà asiatica. «Da una parte - spiega Mazzei - il generale pachistano ha attaccato con estrema durezza i capi religiosi fondamentalisti, accusandoli di voler creare uno Stato nello Stato, e allo stesso tempo ha promesso di sradicare il terrorismo dal Paese. Dall'altra, però, ha messo in guardia l'India, avvertendola di non varcare i confini, pena una guerra all'ultimo sangue».
Dunque sì alla lotta al terrorismo, ma nessun cedimento.
Si tratta proprio di un duplice messaggio. È stato molto determinato contro le guide spirituali. Le ha accusate di intolleranza e di perseguire i propri interessi. Addirittura è arrivato ad affermare che la nuova Jihad è una militanza contro la povertà, che produce solo fame, analfabetismo e intolleranza. Riguardo la questione del Kashmir, ha detto letteralmente che: «Il Kashmir scorre nel nostro sangue», e ha affermato che c'è un impegno morale e diplomatico preciso nel sostenere la causa kashmira, ma ha sottolineato che questo non giustifica finanziamenti e appoggio al terrorismo. Ha però subito precisato che non ha intenzione di consegnare eventuale terroristi all'India.
Di nuovo un atteggiamento bivalente?
Non ci potevamo aspettare niente di diverso. Anzi, ripeto che è stato un discorso se vogliamo anche rischioso. La situazione è molto complessa. In queste settimane Musharraf ha cercato di andare incontro alle richieste indiane, facendo arrestare militanti fondamentalisti, misure che New Delhi ha giudicato insufficienti. Il generale ha annunciato la messa al bando di due gruppi estremisti, un ulteriore passo in avanti. Ma si deve capire che un pugno ancora più duro verso i militanti kashmiri sarebbe veramente rischioso. Una mossa azzardata potrebbe costargli moltissimo in termini di consenso politico. Non dimentichiamo che il gradimento di Musharraf era già stato messo a dura prova quando ha scelto di appoggiare gli Stati Uniti in Afghanistan, mentre le guide spirituali islamiche aizzavano le folle alla rivolta.
Ma dopo le parole del presidente Musharraf cosa possiamo aspettarci?
È difficile fare delle previsioni precise. Il discorso era diretto prima di tutto all'India, ma anche alla comunità internazionale, che sicuramente avrà apprezzato questo impegno duro contro il terrorismo soprattutto sarà piaciuto a Washington. Tutto sommato darei un giudizio cautamente positivo dal punto di vista tattico strategico del discorso. In fondo l'obiettivo del generale era allentare la tensione, un obiettivo a mio parere raggiunto.
E i nemici interni di Musharraf?
L'atteggiamento del governo nei confronti dei gruppi terroristici è stato duro e dura sarà la loro reazione. È un prezzo che il presidente pachistano sa di dover pagare. Musharraf punta sulla parte moderata della popolazione e sull'appoggio internazionale, soprattutto degli Stati Uniti.
L'India come reagirà?
Sicuramente gli ultimi messaggi arrivati da Dehli sono bellicosi. Non si può sottovalutare la frustrazione indiana. Parliamo di un Paese che conta un miliardo di abitanti, che ha tutti i dati geopolitici della grande potenza. L'India accusa l'Occidente di usare due pesi e due misure nel giudicare il terrorismo. Ovvero da una parte il terrorismo che ha colpito New York, dall'altro quello che interessa il Kashmir. L'opinione internazionale è giustamente allarmata. Per assurdo, però, direi che proprio il fatto che entrambe le potenze dispongano di armi nucleari, possa rappresentare deterrente facilitando la soluzione diplomatica, alla quale stanno lavorando soprattutto Londra e Washington.
 
Chiara Placenti