Avvenire 15/12/2001
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Semaforo verde alla legge anti-terrorismo
Londra, in cella senza processo

Londra. (E.A.) Giro di vite in Gran Bretagna contro gli individui sospetti di terrorismo. Anche se il governo ha dovuto fare qualche concessione alla Camera dei Lords, alla fine è riuscito a far approvare dal Parlamento una controversa legge antiterrorismo che autorizza la detenzione senza processo per un periodo indeterminato di presunti terroristi stranieri. Il ministro degli Interni, David Blunkett, assicura che la norma sarà applicata solo per un pugno di persone che rappresentano un pericolo reale per la sicurezza del Paese. Ma le organizzazioni per i diritti civili annunciano battaglia. In particolare Amnesty Internazional sostiene che la legge approvata ieri apre la strada a violazioni dei diritti umani nel Regno Unito. Uno straniero sospettato di terrorismo internazionale o di rappresentare un pericolo per la sicurezza nazionale può essere imprigionato a tempo indeterminato.

Il ministro dell'Interno - rileva Amnesty - non è tenuto a rivelare le prove che giustificano l'internamento e nè l'arrestato, nè i suoi legali hanno diritto di sapere su quale base è stato adottato il provvedimento.

Per introdurre le nuove misure antiterrorismo, il governo britannico ha dovuto chiedere al Parlamento di sospendere il diritto ad un processo giusto sancito dalla Convenzione europea sui diritti umani, appellandosi all'articolo cinque della stessa convenzione. Amnesty International contesta la legittimità del ricorso alla deroga, richiamando una dichiarazione fatta ad ottobre dallo stesso ministro Blunkett il quale sostenne che non c'erano prove di minacce dirette e immediate al Regno Unito. Ma il governo Blair è andato avanti nei suoi propositi. «La Gran Bretagna è il solo governo europeo che ha derogato agli obblighi posti dalla convenzione sui diritti umani», ha sottolineato ancora l'organizzazione umanitaria. Malgrado le proteste di alcuni esponenti della sinistra e qualche commento critico sulla stampa, il provvedimento è passato indenne alla Camera dei Comuni dove il partito laburista conta su una larghissima maggioranza. I problemi sono cominciati alla Camera dei Lords, dove, grazie all'alleanza fra conservatori e liberal-democratici, è passata una serie di emendamenti. Alla fine il ministro dell'Interno ha accettato di apportare qualche modifica al testo e la legge ha avuto semaforo verde. «Ora abbiamo una delle legislazioni più severe del mondo e possiamo affrontare la grave minaccia terroristica che incombe su di noi», ha commentato con soddisfazione il portavoce di Tony Blair.