Il Resto del Carlino 24/01/2002
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Haider mette sotto scacco
Vienna, Praga e l'Europa

BERLINO — Colpo doppio, forse triplo di Joerg Haider, che messo a lungo in ombra dall'effetto Berlusconi, torna prepotentemente alla ribalta. Ha indetto con successo un referendum contro la centrale nucleare che la Repubblica Céca ha costruito a Temelin, proprio sul confine austriaco, e ora mette in difficoltà i "verdi" europei del suo nemico personale, il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, cerca di bloccare l'espansione ad est della Comunità, e infine chiede nuove elezioni in Austria "già in primavera". Con il "cattivo ragazzo" della Carinzia, l'Europa non ha ancora chiuso i conti.
In 915mila hanno firmato l'appello promosso dall'FPOE, il partito che Haider ha guidato fino al governo, contro le centrali nella Boemia meridionale, "una pericolosa Chernobyl" a meno di 50 km. in linea d'aria da Vienna, e a poco più di duecento da Trieste, e ancor meno da Monaco di Baviera. "Se Praga non chiude gli impianti, sostiene Haider, si dovrà bloccare l'ingresso della Repubblica Céca nell'Unione Europea." L'Austria è membro dell'Unione appena dal 1995, e il "sì" alla Praga di Havel è previsto per il 2004: è questo un "assaggio" dei problemi che porterà l'allargamento dell'Europa unita da 15 a 25 membri?
Fischer da ministro tedesco deve difendere l'ingresso di Praga nell'Ue ma da leader "verde" non può ignorare la questione Temelin: ha costretto i suoi a continui compromessi, dalla guerra alle centrali atomiche, e ora infatti i "verdi" tedeschi rischiano di restare fuori dal Bundestag alle prossime elezioni.
Il successo di Haider ha "preso in ostaggio Vienna e colpito come un fulmine Praga", commenta "Der Spiegel". Forse, l'Europa ha avuto troppo fretta nel far firmare l'accordo tra il cancelliere austriaco Wolfgang Schuessel e il premier ceco Milos Zeman, benché i dubbi sulla sicurezza degli impianti di Temelin rimangano forti, ignorando le preoccupazioni dei cittadini.
E Haider ha compiuto la sua mossa: ovviamente, non perché si è scoperto un'anima "verde". Ha sfruttato il diffuso sentimento antieuropeo dei suoi austriaci, inasprito dalle sanzioni di Bruxelles due anni fa contro la partecipazione al governo dell'FPOE, liberale solo di nome e dall'animo troppo nostalgico.
Senza dimenticare negli ultimi tempi, i toni arroganti del céco Zeman, un politico che in quanto a populismo ha poco da invidiare al leader della Carinzia. Nei giorni scorsi ha affermato che "i tedeschi e gli austriaci costretti a lasciare la Cecoslovacchia dopo la guerra erano dei criminali." Perfino i giornali di casa sua lo chiamano ironicamente "Adolf". Come si fa a dare sempre torto a Haider, anche quando i suoi avversari sono peggio di lui?
"Se 915mila austriaci hanno votato per Haider, oltre 4 milioni non l'hanno fatto," protesta Schuessel, che non vorrebbe riaprire il conflitto con l'Europa, e tanto meno ritornare alle urne in primavera. Gli elettori hanno "punito" il leader liberale nelle ultime consultazioni locali a Vienna, ma un'elezione anticipata potrebbe essere un salto nel buio. Una Vienna "baluardo" contro l'est diventerebbe un problema serio per l'Europa.

di Roberto Giardina