Centrali
nucleari sicure:
si
ricomincia da 'P.i.s.a.'
PISA — L'atomo
sicuro riparte forse proprio da... P.i.s.a.: si chiama infatti così,
in sigla (dalla parole inglesi Phosphorus Influence on Steel Ageing), il
progetto che si propone di approfondire le conoscenze sulle proprietà
dei materiali usati per la costruzione delle centrali nucleari allo scopo
di poterne predire il deterioramento dovuto all'uso ed in particolare all'esposizione
alle radiazioni neutroniche. La capacità di prevedere il deterioramento
dei materiali costituisce un elemento essenziale per individuare modalità
di conduzione degli impianti che ne assicurino la massima durata in condizioni
di sicurezza. La problematica è di enorme impatto sociale ed economico
soprattutto nei Paesi dell'ex URSS, dove sono molti gl'impianti che, dopo
Cernobyl, rischiano di dover essere chiusi per "invecchiamento", senza
che esistano alternative a breve termine per la produzione di energia elettrica
e quindi per poter assicurare il mantenimento della produzione industriale
e della erogazione dei servizi.
Ebbene, domani lunedì
e martedì 17 si svolgerà nel dipartimento di Ingegneria Meccanica,
Nucleare e della Produzione la riunione iniziale del Kick-off Meeting del
Progetto P.I.S.A., ideato nel corso di una riunione (tenutasi due anni
fa appunto ai piedi della Torre) del Comitato AMES dell'Ue, nella quale
l'ateneo cittadino era rappresentato dal professor Emilio Vitale, direttore
del dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione.
In quell'occasione furono messe a punto le linee-guida di un programma
di ricerca, che poi venne candidato per poter accedere ai finanziamentio
stanziati nell'ambito del quinto Programma-quadro della stessa Unione Europea.
E Pisa ha davvero portato fortuna al progetto di cui è stata, in
qualche modo, epònima: il P.i.s.a. è
stato in effetti valutato positivamente e ammesso, nel corso dell'anno
da poco conclusosi, ai fondi Ue.