Il Gazzettino 23/05/2002
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Londra richiama con urgenza il personale diplomatico non indispensabile - Intensa attività dell'Ue e degli Usa per raffreddare la tensione
 
New Delhi
Mentre l'India del sud è nella morsa del caldo torrido - che ha provocato oltre mille morti in una settimana, col termometro salito fino a 48 gradi -, il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee ha lanciato un attacco frontale al Pakistan, affermando che l'India è pronta ad una «battaglia decisiva» contro «il terrorismo da oltre frontiera» nel territorio conteso del Kashmir. Il governo di New Delhi ha ordinato la partenza per il Golfo Arabico, al largo della costa pakistana, di una flotta lanciamissili composta da una fregata, un cacciatorpediniere e tre corvette.

Da Islamabad il presidente Pervez Musharraf ha subito replicato impegnandosi a fermare i terroristi, ma aggiungendo che il Pakistan è «pronto a difendersi». Il forte rialzo della tensione tra le due potenze nucleari dell'Asia del sud preoccupa sempre più la comunità internazionale, con pesanti ripercussioni economiche sull'andamento delle borse internazionali. Denunciando imprecisate «minacce agli interessi britannici in Pakistan», Londra ha richiamato in patria gran parte del personale diplomatico in quel Paese mentre il primo ministro Tony Blair ha lanciato un appello a New Delhi e Islamabad affinché «riflettano» per evitare un conflitto. Vajpayee ha parlato da Kupwara, nel Kashmir indiano, dove ha visitato un avamposto militare a meno di 20 km dal confine col Pakistan. «Siate pronti al sacrificio», ha detto ai soldati, «è arrivato il momento di un'azione decisiva». Vajpayee ha aggiunto che «i nostri giovani» vinceranno nella «guerra per procura che ci è stata imposta dal Pakistan».

Il primo ministro ha detto che i «jihadi (guerriglieri islamici) mandati dal Pakistan, sono mercenari non combattenti di una guerra ma della sovversione».

Vajpayee presiederà oggi una riunione di dirigenti militari e politici a Srinagar, principale città del Kashmir nonché epicentro della rivolta secessionista appoggiata dal Pakistan. Lo accoglierà uno sciopero generale proclamato dalle organizzazioni secessioniste. Sempre a Srinagar, diecimila persone hanno partecipato ai funerali di Abdul Gani Lone, il leader indipendentista assassinato da due sicari che non sono stati identificati. Gruppi di giovani hanno lanciato slogan filopakistani, mentre alcuni dei partecipanti hanno accusato dell'assassinio Faruk Abdullah, il filo-indiano capo del governo provinciale del Jammu e Kashmir.

La stampa indiana sottolinea invece che Lone era il leader dei «moderati» nel movimento secessionista del Kashmir e pur essendo stato un «implacabile avversario» dell'India, era a favore di un Kashmir indipendente, e non annesso al Pakistan.

Secondo la stampa indiana, Lone sarebbe stato ucciso dagli estremisti armati dal Pakistan che vogliono impedire una soluzione «politica» della crisi che ha portato le due potenze nucleari dell'Asia del sud sull'orlo di una guerra (ne hanno già combattute tre, delle quali due per il Kashmir, una vasta area musulmana rimasta divisa tra i due Paesi al momento della loro indipendenza dalla Gran Bretagna, nel 1947). A Islamabad, Musharraf ha presieduto una riunione congiunta del suo governo e del Consiglio Nazionale di Difesa. In un comunicato, il governo di Islamabad afferma che «non consentirà che il suolo pakistano sia usato per atti terroristici in nome del Kashmir» ma ha ribadito il suo appoggio «morale, politico e diplomatico» alla «giusta lotta del popolo kashmiro per l'autodeterminazione». Un'intesa attività diplomatica è in corso per evitare un confronto armato: Chris Patten, commissario agli Esteri dell'Unione Europea, è in Pakistan e giovedì si sposterà a New Delhi. Lo seguiranno entro pochi giorni il segretario agli Esteri della ex potenza coloniale, la Gran Bretagna, Jack Straw, e nella prima settimana di giugno, il vicesegretario di stato Usa Richard Armitage.