IL GAZZETTINO Venerdì,
4 Gennaio 2002
http://213.26.79.24/VisualizzaArticolo.php3?Codice=928394&Luogo=Main&Data=2002-1-4&Pagina=ESTERI
MOSCA
I preziosi documenti in cifra ritrovati dentro il relitto del sottomarino
Recuperati
i codici del Kursk
Mosca
Era nel «tabernacolo» del
sottomarino la struttura del sistema segretissimo di comunicazioni tra
il Kursk e il comando della Flotta del Nord di cui faceva parte. Sono stati
ritrovati dopo settimane di ricerche, i cifrari segreti, i manuali d'uso
e tutte le attrezzature supersegrete per lo scambio di messaggi cifrati
del sottomarino nucleare russo inabissatosi il 12 agosto del 2000 nel Mare
di Barents con 118 marinai, tutti morti. Il ritrovamento è stato
rivelato ieri dal procuratore militare della Flotta del Nord Vladimir Mulov.
I documenti ritrovati nel 2. compartimento, la sezione dove era ubicata
l'impianto di trasmissioni, non aiutano però gli investigatori a
fare luce sulle cause della tragedia, ha detto Mulov. Il tratto di mare
dove scomparve il Kursk fu pattugliato senza sosta da unità navali
di Mosca proprio per impedire che i preziosi codici cifrati finissero in
mano a potenze straniere. Nelle due fasi del recupero del sottomarino -
la prima subito dopo la tragedia, la seconda nell'ottobre scorso per il
recupero dell'intero sottomarino - non fu mai permessa l'entrata nel relitto
di sommozzatori stranieri per evitare che si avvicinassero alla sala-trasmissioni
dov'erano custoditi i codici. La catastrofe del Kursk avvenne durante le
più importanti manovre aeronavali russe degli ultimi anni. Il sommergibile
- varato nel 1995 e considerato il gioiello della marina russa - fu squassato
da due esplosioni. Parte dei 118 marinai - quelli che erano a prua - furono
inceneriti da una vampata ad ottomila gradi che fondeva i metalli. Un'atroce
agonia per soffocamento, durata 7-8 ore, toccò a quelli rifugiati
a poppa. La prima esplosione - di cause tuttora imprecisate - fece inabissare
il sommergibile e la seconda, 135 secondi dopo, squarciò la prua
e provocò l'incendio. Grandi compartimenti metallici impedirono
alle fiamme di propagarsi nel 6. compartimento, quello dei reattori nucleari
propulsivi, e nei settori di centro dove erano alloggiati 22 siluri 'Granit'
a testata atomica.