Gazzetta del Sud 28/03/2002
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DESTINATARIO UN GIORNALE ARABO. ANATEMA CONTRO I SIONISTI

Bin Laden si fa vivo con un'e-mail

LONDRA - Il quotidiano internazionale arabo «Al Quds Al Arabi», pubblicato a Londra, ha affermato ieri di aver ricevuto una e-mail da Osama bin Laden, che secondo il giornale è probabilmente autentica, nella quale il capo di Al Qaida attacca il piano di pace saudita per il Medio Oriente ed esorta i musulmani della regione a rivoltarsi contro i loro leader. Il direttore di «Al Quds Al Arabi», Abdel Bari Atwan - che aveva incontrato Bin Laden nel 1996 - ha detto all'agenzia Reuters che la e-mail è «con tutta probabilità» autentica, perchè è simile nello stile e nel linguaggio ad altri comunicati che il suo giornale ha ricevuto nel passato da Bin Laden e Al Qaida. Intitolato «Dichiarazione da sheikh Osama bin Laden sull'iniziativa del principe Abdullah», il messaggio si scaglia contro la proposta di pace presentata ieri al vertice arabo di Beirut dal principe ereditario saudita, che offre a Israele pace e normalizzazione con i paesi arabi in cambio del ritiro da tutti i territori arabi occupati con la guerra del 1967, inclusa Gerusalemme est. Il piano saudita, secondo la «Dichiarazione», è un piano «sionista-americano sotto spoglie saudite», ed è «una cospirazione e un'altra esibizione di ripetuti tradimenti». Il testo rende omaggio agli attacchi suicidi palestinesi contro Israele e agli attentati dell'11 settembre negli Usa. Gli israeliani - afferma - non hanno scampo davanti a «corpi che esplodono facendo loro sentire il sapore della morte». «Poi - prosegue la «Dichiarazione» - è giunta la battaglia di New York... proclamando, per volontà di Dio, l'inizio della fine» per quello che il testo chiama il «dio dei pagani», in un apparente riferimento agli Stati Uniti. «Alla luce dei sanguinosi eventi che la nostra nazione sta vivendo - continua il testo - a tutti è richiesta la jihad... e le leadership popolari devono agire per porre fine a questo mostruoso bagno di sangue e smascherare i tradimenti». Il messaggio afferma poi che i popoli che sono oppressi dai loro regimi e non possono lanciare la jihad «devono aprire la via ad altra gente audace che possa portare a un cambiamento».