Un nuovo rapporto
si apre con la Russia
MOSCA -
Non porterà a nuovi equilibri strategici e anzi confermerà
che su tale questione, e su altre, le differenze ci sono e non marginali.
Ma proprio per questo il vertice tra i presidenti russo Vladimir Putin
e americano, George W. Bush di domani, il quinto incontro fra i leader
delle più grandi potenze nucleari del pianeta, avrà un significato
speciale: dimostrare che nel nuovo corso dopo l’11 settembre, non c’è
più bisogno, come durante la «guerra fredda», di mettersi
d’accordo su tutto per timore d’una catastrofe. Adesso si parte dalla fiducia.
Anche se alcune divergenze rimangono. Come lo «scudo spaziale».
« Scudo» che per Mosca, e per Putin, significava far crollare
uno dei due pilastri, quello difensivo, degli equilibri strategici. Di
fronte all’impossibilità di trovare una coincidenza fra due visioni
opposte, Putin e Bush decisero almeno di mettersi d’accordo sul fatto che
le intese difensive dovevano andare di concerto con quelle offensive. E
decisero che il primo passo sarebbe stato un accordo per ridurre drasticamente
le testate nucleari. Portare da 6.000 a 1.700-2.200 il numero delle testate
nucleari è un fatto importante, ma non sufficiente a spazzar via
il rischio di una guerra devastante. Però questa guerra, è
ormai chiaro, non ci sarà più e quei missili non serviranno
a colpirsi reciprocamente come fu sul punto di accadere, ormai mille anni
fa, durante la crisi di Cuba. Il mondo è drasticamente mutato con
la fine dell’Urss, e dopo l’11 settembre la trasformazione appare irreversibile
: Mosca non solo non è più il nemico ma l’alleato chiave
contro le nuove minacce emergenti, a cominciare dal terrorismo. Dopo l’11
settembre, Mosca sembra non avere ottenuto, in cambio dell’alleanza, altro
che sfide e problemi: dall’Asia centrale all’Iraq, dall’espansione atlantica
ad Est alle guerre commerciali. Fino alle pressioni
per i rapporti con l’Iran, uno dei paesi dell’«Asse del male».
Ma la sfida per Mosca è soprattutto quella di confermare
la «grande svolta» dopo l’11 settembre e cercare, al di fuori
di un’impossibile parità con gli Usa, aree di collaborazione dove
il suo ruolo sia chiave.