Giornale di Brescia  27/12/2001
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In un covo di Al-Qaida c’era davvero uranio 238
 
      WASHINGTON - L’incubo peggiore, il timore che Osama bin Laden potesse davvero disporre di materiale radioattivo e farne uso, è divenuto realtà ed ora - dopo il rinvenimento di una imprecisata quantità di uranio 238 in una base di Al Qaida presso Kandahar in Afghanistan meridionale - i servizi Usa e inglesi si chiedono se ne esista dell’altro nascosto in altri covi e pronto ad essere utilizzato. Lunedì, in contemporanea, il quotidiano britannico ’Daily Telegraph’ ed il settimanale Usa ’Newsweek’ hanno rivelato che un quantitativo di uranio 238 che sarebbe potuto servire per la fabbricazione di una bomba radioattiva, o atomica ’sporca’, era stato trovato in una base sotterranea di Al Qaida, la rete terroristica del miliardario d’origine saudita cui gli americani continuano a dare la caccia. Quando, nelle scorse settimane, le forze antitaleban hanno conquistato tale base, presso l’aeroporto di Kandahar -ha scritto il ’Daily Telegraph’- hanno scoperto, in un dedalo di gallerie, una serie di sostanze pericolose nascoste in centinaia di bidoni, fusti e altri contenitori. Tra queste, vi erano quantitativi di uranio 238 e di cianuro. In un’intervista pubblicata il mese scorso da un quotidiano pachistano, bin Laden, ’sospettato n. 1’ per gli attacchi terroristici dell’11 settembre contro New York ed il Pentagono, aveva minacciato di «rispondere con armi nucleari o chimiche» ad un eventuale, analogo attacco da parte dell’America. Secondo il quotidiano britannico, che citava Haji Gullalai, descritto come il responsabile ’ad interim’ dei servizi di informazione della regione di Kandahar, bin Laden e la sua organizzazione non disponevano della tecnologia necessaria per realizzare con tale uranio una bomba atomica tipo ’Hiroshim a’. Quasi lo stesso concetto era stato espresso, l’11 novembre scorso, dal ministro della Difesa britannico Geoff Hoon il quale aveva detto che bin Laden possedeva «sostanze» impiegabili nella fabbricazione di ordigni atomici, ma che non era «in grado di produrre una bomba nucleare». Tuttavia, frammisto a esplosivo convenzionale, l’isotopo radioattivo sarebbe potuto servire per confezionare un ordigno radioativo, o bomba atomica ’sporca’. Oltre all’azione devastante dell’esplosione, tale ordigno avrebbe provocato un’emissione radioattiva in grado di contaminare almeno un quartiere di una grande città (rendendolo inabitabile per cento anni) e decine di migliaia di suoi abitanti. Osama bin Laden, secondo fonti dei servizi Usa citate dal giornale, si sarebbe procurato l’uranio 238 in Russia, in un’altra Repubblica ex sovietica, in Cina o in Pakistan. Sulla stessa linea delle informazioni pubblicate dal quotidiano di Londra, anche un articolo apparso sull’ultimo numero di ’Newsweek’ secondo cui gli inquirenti americani sono convinti che i militanti di Al Qaida possedessero materiale radioattivo a sufficienza per fabbricare quello che gli esperti definiscono un «ordigno a dispersione radiologica (Rdd)». A sostegno di tale ipotesi, ’Newsweek’ cita documenti e piani ritrovati in laboratori e covi di Al Qaida in Afghanistan nei quali sarebbero indicati obiettivi in Europa e negli Stati Uniti.