Il Giornale di Sicilia 14/01/2002
 http://www.gds.it/articoli/NOT140104T4.html

Tatò: "L'uscita dell'Italia dal nucleare?
E' stato un errore economico capitale"

ROMA. Per l'Enel il 2002 "sarà migliore" dell'anno appena trascorso che ha visto risultati in crescita del 22% nei primi nove mesi. "La società è ben gestita, da gente realista che sa quello che fa: l'anno che si apre sarà molto buono". E questo al di là degli introiti straordinari, legati alla cessione di asset.
Parola di Franco Tatò, amministratore delegato del colosso elettrico che in una lunga intervista al quotidiano spagnolo El Pais fa il punto sulla recente acquisizione della spagnola Viesgo da Endesa ("il prezzo è ragionevole"), sottolineando che l'acquisto da parte della stessa Endesa di Elettrogen all'Enel "è una felice coincidenza".
"Endesa ha vinto per una differenza di poco, così come noi rispetto a tutti gli altri che offrivano quasi la stessa cifra" sorride.
Tatò (che l'intervistatore definisce "un manager di alto livello" che "parla fluentemente cinque lingue" e che con "la sua simpatia può portare aria nuova nel mercato elettrico spagnolo") definisce un "errore economico capitale" l'uscita dell'Italia dal nucleare. Oggi la Spagna "può produrre autonomamente l'energia che le è necessaria" ma, sottolinea, con il potenziamento delle interconnessioni fra la Spagna e la Francia, in realtà, si realizza una esportazione di energia nucleare da parte di Edf in Spagna. "Una sciagura terribile".
Anche perchè la liberalizzazione in Europa "sarà molto lenta".
Per un mercato unico dell'energia "saranno necessari molti anni per i diversi interessi fra i paesi, con posizioni come quelle della Francia che ha un monopolio che durerà molti anni e non ha la reale intenzione di aprire il loro mercato. La situazione tedesca - prosegue Tatò- è altrettanto particolare perchè si tratta formalmente di un mercato aperto al 100% ma in pratica chiuso".
Per l'aministratore delegato dell'Enel comunque "la liberalizzazione, anche se con difficoltà, andrà avanti. In Italia e in Spagna sicuramente, in Francia meno".
Inoltre, per l'Ad di Enel, la differenza fra Italia e la Spagna sulla liberalizzazione del mercato elettrico "non è così significativa".
"La maggior differenza è che l'Italia è in ritardo con la creazione della Borsa elettrica che doveva partire nel gennaio 2001 e che invece inizierà ad operare, con un pò di fortuna, a metà del 2002 o all'inizio del 2003. Ma è -afferma Tato- l'unico elemento di differenza. Il grado di liberalizzazione è praticamente uguale: i clienti idonei sono tra il 35% e il 40% nel nostro paese e circa il 30-32% in Spagna".
In Italia, la decisione di aprire il capitale dell'Enel al mercato "è stata presa dal governo ed è chiara. E' un processo -sottolinea ancora l'amministratore delegato di Enel- iniziato nel 1999 e che in condizioni di mercato più favorevoli si sarebbe sviluppato in modo più veloce. Il governo precedente aveva annunciato la sua intenzione di scendere sotto il 50% del capitale. E bisogna sottolineare che abbiamo già il 32% in borsa e questo significa che siamo una società e non un ente pubblico. Ed essendo tale, dobbiamo comportarci come un'azienda di mercato" conclude.