IL GIORNO 05/12/2001
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Le scorie se ne andranno

 
CAORSO — «Ci diano un atto parlamentare e anche noi ci assumeremo le nostre responsabilità». Daniele Nastrucci, sindaco di Caorso, non demorde. Sì allo smantellamento della centrale nucleare, sì, se occorre come occorre, anche al doposito provvisorio, ma solo se sarà avviata sul serio quella ricerca del sito nazionale per i rifiuti nucleari.
Rispondendo a Luigi Francesconi, in consiglio regionale, l'assessore Duccio Campagnoli, ieri, ha sostenuto che le istanze regionali sono state accolte e che Caorso non sarà il cimitero di tutti i materiali nucleari.
«La preoccupazione - dice Nastrucci -, non solo mia ma anche di altri sindaci, è che si finisca per non fare un sito unico ma si utilizzino i siti provvisori».
Preoccupazione giustificata: di sito nazionale per i rifiuti si parlava già nel Piano energetico nazionale del 1981, ma da allora non s'è fatto nulla.

Situazione di grave ritardo dice Roberto Mezzanotte, direttore del dipartimento rischio nucleare dell'Anpa. Ci sono 30 mila metri cubi di scorie in Italia: Caorso, è se vogliamo, al quarto posto con 2.030 metri cubi (preceduta da Nucleco di Roma con seimila. Itrec-Enea di Trisaia con 2.724 e Ispra con 2.285), seguono poi Garigliano con 1.770 , Saluggia con 1.500, Trino con 1.020, Latina con 870 e il laboratorio plutonio con soli 40 (ma con una attività stimata proporzionalmente di gran lunga superiore).

Tutti in attesa di quel sito nazionale che non arriva.

«Nessuno si sta muovendo realmente - dice Nastrucci -, il piano della Sogin che possiede oggi le centrali ex nucleari, prevedeva l'individuazione del sito, e sappiamo che il 9% del territorio nazionale ha le caratteristiche necessarie, poi la caratterizzazione del sito e infine la qualificazione che doveva avvenire entro il marzo 2002. Ma non siamo nemmeno al primo passaggio.

Per questo prima di autorizzare la costruzione del deposito nuovo per le barre irraggiate aspetto che si faccia qualche passo in avanti. Che ci sia un atto parlamentare».
Le assicurazioni che nulla di definitivo si farà a Caorso, date ieri da Campagnoli insomma non gli bastano. E qualche ragione ce l'ha: «Nel 1987 avevano firmato che le scorie a bassa intensità avrebbero lasciato Caorso entro un paio d'anni. Le abbiamo ancora qui».
Natasha Barbieri