Vigili, una cerimonia
senza festa
per i colleghi
che non ci sono più
Quattordici ausiliari
hanno prestato giuramento
di Vladimiro Polchi
PESCARA. Quattordici giovani ausiliari
hanno prestato giuramento ieri mattina in occasione della festività
di Santa Barbara, patrona dei pompieri. Alla cerimonia, nella sede del
comando provinciale dei vigili del fuoco di Pescara (in viale Pindaro),
hanno partecipato numerose autorità. Tra gli altri erano presenti:
il sindaco Carlo Pace, il presidente della Provincia Pino De Dominicis,
il prefetto Andrea Gentile e l'arcivescovo Francesco Cuccarese.
Ma il programma della cerimonia è
stato stravolto: non si è tenuta alcuna esibizione o simulazione,
né si è allestito il rinfresco. La festa ha avuto, infatti,
toni composti e dimessi, in memoria dei vigili del fuoco periti il 27 novembre
nell'esplosione del palazzo di via Ventotene a Roma. La sciagura è
stata ricordata dall'arcivescovo nel corso della messa e dal comandante
provinciale dei pompieri, Dante Ambrosini.
A giurare sono stati gli ausiliari del
176º e 177º corso: Tritapepe, Marchesani, Di Quinzio, Di Febo,
Sagazio, Palma, Crescia, Scannella, Di Marco, Florindi, Golletta, Ambrosini,
Cicconetti e Talanca. Insieme a loro hanno giurato 1.250 pompieri in tutta
Italia.
Subito dopo il giuramento, è stato
inaugurato un monumento «ai vigili del fuoco caduti in servizio nell'adempimento
del dovere» ed è stata deposta una corona di fiori.
La lapide è stata dedicata a due
pompieri pescaresi: Pantaleone Surricchio deceduto nel '53 e Camillo Di
Cintio, morto nel '83. «Ma il monumento è in onore di tutti
i vigili che si sono immolati per aiutare il prossimo», ha spiegato
il comandante Ambrosini.
Sono stati anche ricordati i moltissimi
campi di intervento dei pompieri. Basta pensare che lo scorso anno su 630
mila operazioni compiute in tutta Italia, solo il 30 per cento ha riguardato
lo spegnimento di incendi.