IL NUOVO 18/02/2002
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Milosevic all'attacco: l'Occidente ci ha distrutti

L'ex presidente serbo prende di mira la Del Ponte, accusandola di essere come i terroristi. Poi attacca la Chiesa, che avrebbe collaborato agli stermini in Croazia, e la Germania, responsabile della guerra.
 
TELEFONATA A DINI: MILOSEVIC PARLERA' DI TELEKOM SERBIA

SPECIALE: LA NORIMBERGA DEI BALCANI

L’AJA – La Nato avrebbe tentato di ucciderlo, durante la guerra in Kosovo. Non riuscendoci, avrebbe distrutto la Jugoslavia. Tanto che il procuratore Carla Del Ponte agirebbe come i terroristi, per punire i serbi. Slobodan Milosevic sceglie ancora l'attacco, come miglior difesa, nel processo che lo vede imputato per i presunti crimini commessi in Kosovo, Bosnia e Croazia. L'ex leader dei Balcani, che denuncia un "attacco selvaggio contro la mia famiglia" e annuncia che dirà tutto su Telekom Serbia , prende di mira la sua rivale diretta, quella che fa pesare su di lui ben 66 capi d'accusa, e afferma che ''c'è grande competizione fra i terroristi e il procuratore nell'isteria anti-serba''.Poi coinvolge la Chiesa cattolica, accusata di aver "collaborato con il nazismo", di essere stata "complice di questi crimini" per aver partecipato all'uccisione "in Croazia di 800 mila serbi nel periodo da agosto 1941 ad agosto 1942". Quindi punta il dito contro la Germania, che a Natale del 1991 ha imposto ai partner europei un riconoscimento accelerato dell'indipendenza della Croazia "che ha dato il via alla guerra".

Ancora un'udienza, la quinta, per sferrare la sua contro requisitoria che, più di una difesa, ha il sapore di un attacco. L'ex presidente jugoslavo è tornato davanti ai giudici del Tribunale penale internazionale e ha concluso così la sua arringa contro la Nato e la Corte dell’Aja.

"La mia casa era un obiettivo militare". Sloboban Milosevic accusa la Nato di aver voluto ucciderlo, con la sua famiglia, durante la guerra del Kosovo. ''Secondo la legge internazionale e la legge Usa l'uccisione di un capo di stato è un crimine'' ha affermato, ricordando il bombardamento della sua residenza a Belgrado. ''Hanno detto che la mia casa era un obiettivo militare, perché sotto c'era nascosto un centro di comando sotterraneo: è una menzogna infame, non c'era nessun comando, non c'era niente di sotterraneo, non c'era un centimetro quadrato di vetro blindato in tutta la casa'' ha affermato.

"Una valanga di odio". L'ex-presidente jugoslavo ha rivolto accuse dirette anche contro la stampa, responsabile di riversare ''una valanga di odio'' su sua moglia Mira e sui suoi due figli, e di attuare nei loro confronti ''una forma di cannibalismo''. ''Mia moglie è oggetto della più selvaggia campagna della stampa, con accuse odiose di corruzione'' ha affermato. ''Mia figlia ha dovuto smettere di lavorare'' e ''mio figlio ha dovuto lasciare il paese'': ''hanno detto di lui che aveva campi di golf, una rete di pizzerie, una rete di traffico di droga, tutte infamie'' ha affermato Milosevic.

I testimoni . Ora che la dichiarazione preliminare di Milosevic è conclusa, la parola passa ai testimoni. Il primo a parlare contro Milosevic sarà Mahmut Bakalli, l’ex dirigente comunista kosovaro e attuale leader della Alleanza per il Futuro del Kosovo , vittima anche lui della guerra brutale perpetrata dall’ex presidente jugoslavo contro la minoranza albanese tra il 1998 e il 1999. L'ex uomo forte dei Balcani potrà, a sua volta, contro-interrogare i testimoni dell'accusa.

Slobo ha ottenuto di poter parlare ancora oggi dopo una diatriba con il presidente della Corte Richard May. “Mi difendo da solo, come lei sa – aveva detto al presidente -. Ho bisogno ancora di tempo”. E il Tribunale internazionale gli ha concesso un’altra mattinata per concludere la sua dichiarazione preliminare. In cui, tra l'altro, ha respinto il ritratto che di lui ha fatto l'accusa, come di un burattinaio delle guerre dei Balcani . Lui, ha affermato Milosevic, ha sempre spinto per la pace, appoggiando i negoziati di Atene, Parigi e Dayton.

(18 FEBBRAIO 2002, ORE 8,20; aggiornato alle 14)