L'Italia
è pronta ad agire!
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Sarebbero dovuti arrivare domani all'aeroporto tagiko di Kulyab, gli aerei ed elicotteri militari italiani, americani e francesi ma, per una serie di ragioni, tecniche incluse, tutto è stato spostato al 20 del mese. Queste informazioni sono state rese note da fonti ufficiali a Dushanbe citate dall'agenzia russa Interfax. Il vicepremier tagiko Saidamir Zukhurov, responsabile per la sicurezza, ha detto che l'aeroporto diventerà una base temporanea per le operazioni dei tre paesi della coalizione sino alla fine delle operazioni in Afghanistan.
Un C-130 dell'aviazione iraliana, con a bordo militari italiani e americani, era giunto la settimana scorsa a Kulyab per una ricognizione onde appurare la utilizzabilità della base aerea. Le navi italiane di fatto entrano in guerra e passano sotto il comando statunitense, che impartirà loro le regole di ingaggio e di combattimento più ''reattive'' finora mai avute da un nostro contingente militare all'estero dai tempi della seconda guerra mondiale. Le Regole d'ingaggio, o Roe (Rules of engagement), sono appunto le direttive impartite dal comando militare che coordinano l'uso della forza contro il nemico, sempre ''nel rispetto del diritto internazionale e della legge sui conflitti armati nonché delle leggi e regolamenti nazionali in vigore''.
Le regole saranno le più "aggressive" mai impartite negli ultimi 50 anni a truppe italiane impegnate all'estero perché questa missione non ha un carattere meramente difensivo ma punta a combattere esplicitamente ''contro'' il terrorismo. Non a caso, il nostro governo ha appena deciso di applicare ai militari italiani il codice penale militare di guerra, e non di pace, come era avvenuto sempre in passato. Le navi italiane dovranno pattugliare e controllare un'ampia fascia del mar Arabico, dove la portaerei Garibaldi, la fregata Zeffiro, il pattugliatore Aviere la rifornitrice Etna si trovano già da un paio di giorni per intercettare eventuali navi con a bordo terroristi, imbarcazioni dirottate o kamikaze.
"In realtà non capisco cosa possano fare le nostre navi nel mar Arabico- ha sbottato stamane aiu nostri microfoni Falco Accame Presidente dell'Associazione Nazionale Assistenza Arruolati Forze Armate e Famigliari delle Vittime- quello che viene detto da tutti i giornali non vuol dire nulla, ci sarà da preoccuparsi invece se le nostre truppe scenderanno nel territorio afgano perchè si riproporrà il probela dell'uranio impoverito!".