LIBERAZIONE  04-12-2001

Pompieri, amati dalla gente, bistrattati dai governi
 
Così potrebbe sintetizzarsi la condizione esistenziale dei vigili del fuoco. Spirito di abnegazione, esposizione al rischio, professionalità e versatilità nell’impiego, sempre pronti a far fronte alle situazioni anche più imprevedibili: ma tutto ciò non conta per i governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Italia: paese dalle catastrofi annunciate - 2001 è il titolo del libro, appena uscito, a cura del Coordinamento Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco aderente alle Rappresentanze di Base, uno dei sindacati più rappresentativi e combattivi della categoria.

In 136 pagine è esposta la situazione in cui versa la Protezione civile in Italia e i problemi della categoria. Emerge forte il contrasto tra il fabbisogno di protezione del nostro paese e l’insufficienza delle strutture predisposte a farvi fronte.

Per la sua conformazione geomorfologica e, soprattutto, per la dissennata gestione del territorio, l’Italia e i suoi abitanti sono esposti a ricorrenti catastrofi di varia natura: frane, alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche, incendi, disastri industriali, crolli di edifici, incidenti stradali, ferroviari, domestici. Le distruzioni ingenti provocate da tali calamità e le spese per riparare i danni consiglierebbero di investire adeguatamente per la prevenzione e l’allestimento di strutture di intervento di prima qualità. Invece le leggi di “riforma” in materia operano due scelte sbagliate: trasferiscono poteri operativi alle province e ai comuni frantumando la protezione civile e mantengono una dualità di poteri a livello centrale con gli inevitabili conflitti di competenze tra presidenza del Consiglio dei ministri e ministero degli interni.

Per quanto riguarda gli organici, a fronte degli attuali 24 mila vigili operativi, ne occorrerebbero altri 14 mila per avvicinarsi ai parametri europei che ne prevedono uno ogni mille abitanti, mentre la legge 246/2000 per il potenziamento prevede un aumento di sole 1.301 unità e la legge 75/2001 altre 353 unità. Non solo, ma questi provvedimenti aumentano la precarizzazione del lavoro con la ferma prolungata per chi presta servizio di leva e col rafforzamento del volontariato in sostituzione del personale professionista. Si persegue cioè una linea di privatizzazione, trasformando un servizio di soccorso specializzato in un servizio basato sui volontari che ovviamente non possono garantire standard adeguati di professionalità e tempestività di mobilitazione.

Del resto il pompiere è un mestiere che non si improvvisa e che richiede addestramento continuo che espone a rischi e pericoli, come dimostrano i dati sui decessi, gli infortuni e le malattie professionali. Per saperne di più è consigliabile la lettura di questo bel libro, come anche la consultazione del sito web www.rdbcub.it/aziende

(La pubblicazione può essere richiesta a: Rdb - Coordinamento Corpo Nazionale Vigili del Fuoco - Casella Postale 13091 - 00184 Roma o per fax al numero 064870247). I nostri pompieri meritano tutto il nostro sostegno, la nostra solidarietà e la nostra simpatia.

Franco Iachini