Clamoroso
rilancio del presidente della «Lucchini Spa», holding di controllo
della «Servola»: altri 120-130 miliardi di investimento, 300
nuovi posti di lavoro «Costruiremo un laminatoio
accanto alla Ferriera»
«Solo
così potremo superare la crisi. Ma abbiamo bisogno di certezze per
i prossimi trent’anni»
Lucchini lascia? No: raddoppia.
Di
Ferriere ne avremo praticamente due. Accanto a quella esistente
verrà costruita, sul lato mare, una trafileria. Il tradizionale
prodotto «corto» verrà «allungato» direttamente
sul posto per la produzione della «vergella», destinata alla
produzione di viti e bulloni, molle e altri tipi di acciaio.
A Servola attualmente
vengono prodotte circa 500 mila tonnellate di billette, che poi vengono
lavorate nei laminatoi di Dolcè, vicino a Verona, e di Lecco. «Integrando»
il ciclo, laminando cioè direttamente la vergella sul posto, i costi
vengono abbattuti di quel tanto che è sufficiente all’azienda per
ridiventare competitiva in un mercato che, influenzato da globalizzazione
e dumping, vede sempre più rosicchiati i margini di guadagno.
Questo almeno nelle intenzioni
del gruppo Lucchini, proprietario della «Servola spa» e uno
dei maggiori produttori di acciaio sulla scena europea. Un gruppo che sta
entrando prepotentemente anche nell’informatica e nell’energia. Nella prima
con la nascita della Lutech, società nata dalla fusione con Gplv
partners, per offrire a operatori di telecomunicazioni e grandi imprese
soluzioni che vanno dall’infrastruttura di rete al software aziendale,
alla consulenza. Nella seconda con la costruzione di cinque centrali elettriche
e con l’ingresso di un socio straniero. Entro fine anno Lucchini cederà
a un socio industriale il 25% di Elettra Gll, la controllata del gruppo
attiva nella generazione elettrica.
Attualmente , attraverso
Elettra Gll, Lucchini produce per auto-consumo 330 megawatt di energia
elettrica nelle centrali di cogenerazione (impianti che utilizzano i gas
di scarto delle acciaierie) di Piombino e, appunto, della Servola di Trieste.
Grandi progetti, grandi
investimenti. Che hanno bisogno di certezze e di programmazione. Una
cosa è certa, la Lucchini non ha alcuna intenzione di «chiudere
la Ferriera», anzi. Il progetto per la nuova trafileria non
è di oggi: la prima bozza di progetto, che abbiamo visto ieri sul
tavolo del presidente Giuseppe Lucchini, è datato 15 luglio 2001.
Lucchini è deciso ad andare avanti nonostante le polemiche, le proteste
e le dichiarazioni di alcuni politici, sindaco Dipiazza in testa. «Altrimenti
me lo devono dire subito. Non posso investire miliardi e miliardi per poi
sentirmi dire che sono un nemico della città. Sediamoci attorno
un tavolo e parliamone. Definitivamente, una volta per tutte. Se investo,
devo avere davanti trent’anni di tranquillità».