IL PICCOLO - 10/11/2001
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Clamoroso rilancio del presidente della «Lucchini Spa», holding di controllo della «Servola»: altri 120-130 miliardi di investimento, 300 nuovi posti di lavoro «Costruiremo un laminatoio accanto alla Ferriera»
«Solo così potremo superare la crisi. Ma abbiamo bisogno di certezze per i prossimi trent’anni»

Lucchini lascia? No: raddoppia. Di Ferriere ne avremo praticamente due. Accanto a quella esistente verrà costruita, sul lato mare, una trafileria. Il tradizionale prodotto «corto» verrà «allungato» direttamente sul posto per la produzione della «vergella», destinata alla produzione di viti e bulloni, molle e altri tipi di acciaio.
A Servola attualmente vengono prodotte circa 500 mila tonnellate di billette, che poi vengono lavorate nei laminatoi di Dolcè, vicino a Verona, e di Lecco. «Integrando» il ciclo, laminando cioè direttamente la vergella sul posto, i costi vengono abbattuti di quel tanto che è sufficiente all’azienda per ridiventare competitiva in un mercato che, influenzato da globalizzazione e dumping, vede sempre più rosicchiati i margini di guadagno.
Questo almeno nelle intenzioni del gruppo Lucchini, proprietario della «Servola spa» e uno dei maggiori produttori di acciaio sulla scena europea. Un gruppo che sta entrando prepotentemente anche nell’informatica e nell’energia. Nella prima con la nascita della Lutech, società nata dalla fusione con Gplv partners, per offrire a operatori di telecomunicazioni e grandi imprese soluzioni che vanno dall’infrastruttura di rete al software aziendale, alla consulenza. Nella seconda con la costruzione di cinque centrali elettriche e con l’ingresso di un socio straniero. Entro fine anno Lucchini cederà a un socio industriale il 25% di Elettra Gll, la controllata del gruppo attiva nella generazione elettrica.
Attualmente , attraverso Elettra Gll, Lucchini produce per auto-consumo 330 megawatt di energia elettrica nelle centrali di cogenerazione (impianti che utilizzano i gas di scarto delle acciaierie) di Piombino e, appunto, della Servola di Trieste.
Grandi progetti, grandi investimenti. Che hanno bisogno di certezze e di programmazione. Una cosa è certa, la Lucchini non ha alcuna intenzione di «chiudere la Ferriera», anzi. Il progetto per la nuova trafileria non è di oggi: la prima bozza di progetto, che abbiamo visto ieri sul tavolo del presidente Giuseppe Lucchini, è datato 15 luglio 2001. Lucchini è deciso ad andare avanti nonostante le polemiche, le proteste e le dichiarazioni di alcuni politici, sindaco Dipiazza in testa. «Altrimenti me lo devono dire subito. Non posso investire miliardi e miliardi per poi sentirmi dire che sono un nemico della città. Sediamoci attorno un tavolo e parliamone. Definitivamente, una volta per tutte. Se investo, devo avere davanti trent’anni di tranquillità».