Kyoto nucleare
Fonti vicine al
ministero dell'ambiente hanno tentato di smorzare le proteste degli ambientalisti
con una nota che però non smentisce il voto filonucleare di ieri
alla camera, dove la maggioranza ha approvato un suo emendamento al disegno
di legge di ratifica del protocollo di Kyoto che accredita il nucleare
come «energia pulita». L'emendamento prevede infatti
che «ai fini della riduzione delle emissioni di gas serra venga calcolata
anche la partecipazione di imprese italiane alla costruzione di impianti
di produzione di energia nei Paesi dell'Est europeo, compresa l'energia
nucleare». Un modo per «far rientrare il nucleare, bandito
in Italia da un referendum, dalla finestra?» si chiedono i deputati
diessini Vigni e Calzolaio: che ne pensa - aggiungono - il ministro Matteoli,
che a più riprese aveva ribadito il suo no al nucleare? «Un
gesto importante come la ratifica del protocollo di Kyoto è stato
ridotto a un'operazione di facciata», accusa il presidente di Legambiente
Realacci. «non bastava - aggiunge - stanziare una cifra ridicola
per l'applicazione del protocollo, non era sufficiente remare contro la
riduzione dei gas serra favorendo il trasporto su gomma. Adesso le industrie
italiane potranno guadagnarsi e rivendersi dei bonus di emissioni realizzando
impianti nucleari all'estero».