IL MANIFESTO 27/12/2001
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Chi ha armato quelle scarpe?
E' un inglese il mancato terrorista del volo Parigi-Miami. E Londra si chiede quanti siano come lui
ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

E' ormai noto come "the shoe bomber" ("l'attentatore delle scarpe") il giovane di nazionalità britannica che lo scorso weekend ha cercato di fare esplodere in volo tra Parigi e Miami un aereo American Airlines con dell'esplosivo nascosto nelle scarpe. Richard Reid, noto anche (dopo la sua conversione all'Islam avvenuta, sembra, in carcere qualche anno fa) come Abdel Rahim, sarebbe nato, secondo il quotidiano Times, a Londra (nel quartiere sud est di Bromley) nel 1973. Un "piccolo criminale", così lo descrive il quotidiano, dentro e fuori dalle patrie galere per rapina a mano armata e altri reati del genere. In carcere Reid avrebbe incontrato l'Islam e una volta libero avrebbe cominciato a frequentare assiduamente la moschea di Brixton (quartiere "nero" a sud di Londra).
E proprio ieri i leader della moschea hanno confermato che Reid-Rahim andava a pregare a Brixton, e hanno aggiunto che "se (i terroristi, ndr) sono riusciti a coinvolgere uno come Rahim, allora dobbiamo seriamente preoccuparci: come lui ce ne sono tantissimi". Un monito, quello del presidente della moschea Abdul Haqq Baker, che Scotland Yard e l'intelligence britannica hanno già preso in seria considerazione. L'internamento senza processo, diventato legale da una settimana grazie alla nuova legge antiterrorismo approvata dal parlamento, è una "misura disegnata proprio per contrastare il terrorismo alla radice"; tradotto, significa che chiunque (straniero) venga sospettato di "terrorismo" (e qui l'interpretazione di sospetto e di terrorismo è evidentemente amplissima) potrà essere sbattuto in galera senza bisogno di esibire prove della sua colpevolezza, in barba alla convenzione europea per i diritti umani dalla quale la nuova legge britannica si è temporaneamente congedata.
Peccato che quel che il caso Reid ha messo in luce, e che preoccupa ulteriormente l'intelligence di sua maestà, sia il fatto che molti dei potenziali terroristi (o meglio dei "potenziali sospetti") possono avere e in effetti hanno il loro bravo, regolare passaporto britannico. Che il ministro degli intni David Blunkett sia già al lavoro per applicare anche ai connazionali la legge più draconiana degli ultimi decenni? Sarà il tempo a dirlo. Intanto è evidente l'imbarazzo delle autorità britanniche che hanno, com'è procedura, mandato i rappresentanti del consolato (con sorprendente solerzia: gli inglesi arrestati e torturati a Genova hanno dovuto aspettare molto più a lungo) a visitare Reid in carcere a Boston non appena confermato che si trattava di un cittadino del Regno unito.
Ieri intanto dagli Stati uniti è arrivata la notizia che il Fbi ritiene che Reid faccia parte di una rete. Che non abbia dunque agito da solo, come invece si era ipotizzato all'inizio. Anche secondo i leader della moschea di Brixton l'uomo non può aver progettato l'attentato da solo. Il presidente Baker infatti lo ricorda come una persona "facilmente impressionabile e decisamente credulona" e aggiunge che secondo lui "Reid era una sorta di test: chi gli sta dietro voleva vedere se avrebbe eseguito gli ordini". A far pensare che Reid (di origine anglo-giamaicana) sia il braccio e non la mente del fallito attentato all'aereo dell'American Airlines c'è anche la confermata amicizia con un altro frequentatore della moschea di Brixton, Zacarias Moussaoui, il francese di origine marocchina che viveva proprio a Brixton e che, negli Stati uniti, è oggi l'unico accusato (di cospirazione) per gli attentati dell'11 settembre.
Reid, che dovrà comparire in tribunale domani, sarà accusato di assalto e intimidazione dell'equipaggio. Accuse che lasciano intendere che non sono stati ancora dissipati i dubbi sull'appartenenza o meno di Reid a qualche organizzazione, anche se comunque, se confermate, prevedono pene fino a 20 anni di carcere. Gli americani però sembrano decisamente più cauti del Times, che invece sostiene che l'uomo potrebbe avere legami con Al Quaeda di Osama bin Laden proprio per via della sua conoscenza con Zacarias Moussaoui.