I cittadini chiedono
più informazione ambientalista
Ma per un italiano
su tre l'«ecosistema» è un «apparecchio acustico»
Ufficio Stampa Cna Milano
L'ecosistema? Un apparecchio acustico.
La raccolta differenziata? Una classificazione per gli appassionati di
collezionismo. Sono alcuni degli errori nella terminologia ecologica più
diffusi tra gli italiani, secondo una ricerca promossa dal Cna (Consorzio
nazionale per il riciclo degli imballaggi in acciaio) su 1.000 persone
di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Lo studio si propone di analizzare
la diffusione della «cultura ecologica» e in particolare in
merito alla raccolta differenziata del nostro paese. Dal
test emerge che solo il 56% degli italiani sa cos'è la «raccolta
differenziata», che per il 33% è invece un sistema di lavorazione
del settore agricolo e per l'11% un sistema di classificazione per gli
appassionati del collezionismo.
Sull'ecosistema i connazionali non hanno
le idee chiare. Solo il 48% sa che l'ecosistema è una struttura
formata dall'unione di una parte organica e una parte inorganica, come
l'acqua di uno stagno, per il 28% invece è un nuovo e rinfrescante
sistema di condizionamento dell'aria, mentre, per il 24% è uno speciale
ed utile apparecchio acustico. Le polveri sottili anche dette Pm10, una
tra le principali cause dei blocchi del traffico e delle domeniche a piedi
della passata stagione, che per un 23% del campione derivano dalla combustione
di combustibili fossili, sono invece per il 41% un fantomatico ritrovato
dell'industria bellica, pericolosa eredità dell'uranio impoverit.
Ingenuità anche per il «killer» benzene del quale per
altro si è parlato molto: solo il 24% sa che è un composto
chimico altamente inquinante mentre per il 63% è un carburante di
nuova generazione, atteso come una evoluzione della benzina.
Il 29% degli intervistati considera la
biodegradabilità come lo stato di degrado in cui versano la maggior
parte di parchi e giardini e solo il 42% la definisce, giustamente, una
naturale reintegrazione di un materiale nel normale ciclo biologico.
Cosa dire invece del riciclaggio dei rifiuti
che, sempre secondo lo studio del Cna, sarebbe per il 35% degli intervistati,
un irregolare sistema di smaltimento dei rifiuti volto alla evasione della
relativa tassa mentre solo per il 47% si tratta giustamente del processo
di recupero dei rifiuti che permette il riutilizzo di alcuni materiali
presenti.
Ma il massimo della disinformazione lo
si raggiunge probabilmente con lo sfortunato termine «biota»,
che dal 41% degli intervistati è confuso con beota, mentre solo
il 25% lo riconosce come termine indicante la vita animale e vegetale caratterizzante
una regione.
Il compostaggio, invece, è considerato
un sistema di immagazzinamento di container utilizzato negli interporti
dal 31% degli intervenuti, e se pure il 42% sa che si tratta di una biotecnologia
per il trattamento di rifiuti organici basato su processi ossidativi, ancora
un 27% lo considera un metodo educativo che prevede una postura ordinata
e corretta.
I tanto citati metalli pesanti, invece,
per il 55% sono meri materiali da costruzione e solo per il 37% sono le
quantità di piombo e di mercurio presenti nell'aria. Per il 42%
l'effetto serra, uno dei più gravi problemi del nuovo millennio,
è un metodo di coltivazione che consente maggiore produzione causando
però notevoli danni ambientali, mentre soltanto il 41% sa che in
effetti è la conseguenza dell'aumento di gas serra che produce il
riscaldamento globale dell'atmosfera.
Dall'indagine, infine, emerge anche che
le donne sono più informate degli uomini, il 57% dei rappresentanti
del gentil sesso ha infatti risposto correttamente alla maggior parte delle
domande, contro il 35% degli uomini, mentre i giovani sono certamente più
attenti degli anziani nei confronti delle tematiche linguistiche ambientali
(il 78% dei giovani ha risposto correttamente contro il 28% degli anziani
intervistati).
Fortunatamente sembra che gli italiani
non vogliano restare nell'ignoranza «ambientalista» e aspirino
ad essere maggiormente informati: infatti da parte di quasi tutti, l'80%
degli intervistati, si auspica una maggiore attenzione delle istituzioni
alle tematiche ambientali, attraverso iniziative di sensibilizzazione o
campagne pubblicitarie che destino l'attenzione della gente nei confronti
dell'ambiente.