Il Messaggero -  Sabato 1 Dicembre 2001
 http://www.ilmessaggero.it/hermes/20011201/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/CAR.htm
 

Bosnia, i carabinieri della Sfor stroncano un traffico di materiale radioattivo
Volevano costruire un ordigno nucleare
di GUIDO ALFERJ

Un pesante contenitore metallico piombato e, all’interno, pericolosissimo materiale radioattivo. Sufficiente, forse, a costruire una bomba nucleare. I carabinieri italiani inquadrati nella Sfor, la forza multinazionale di pace in Bosnia, hanno messo le mani su un misterioso traffico destinato quasi certamente a dotare gruppi terroristici di ordigni nucleari. E Sarajevo, dopo i recenti allarmi dovuti alla scoperta di cellule di Al Qaeda, si rivela così ancora una volta crocevia del terrorismo internazionale, porto franco di movimenti estremisti di ogni tipo. Il materiale radioattivo sequestrato ieri nel corso di un’operazione condotta dai carabinieri italiani in collaborazione con la polizia di Sarajevo, era in possesso di alcuni cittadini bosniaci (tre, forse quattro «insospettabili», gente senza perecedenti, tutti oltre i cinquant’anni di età) di etnia croata. Gli «insospettabili», già arrestati, conservavano il contenitore (di dimensioni ridotte, ma pesante più di cinquanta chili) in un appartamento di Kiseljak, cittadina a circa 35 chilometri da Sarajevo, abitata in prevalenza appunto da croati e si apprestavano a venderlo ad alcune persone che loro stessi avevano contattato nelle ultime settimane. I carabinieri dell’Msu (unità specializzata multinazionale) avevano già notato alcuni movimenti sospetti e controllavano da diversi giorni le abitazioni dei tre cr oati): sono entrati in azione nel momento in cui il materiale radioattivo stava per lasciare Kiseljak, ma non sono riusciti a bloccare gli «acquirenti», coloro che probabilmente avevano il compito di prelevare il contenitore per poi consegnarlo ai misteriosi destinatari.
L’operazione - che è stata confermata dai portavoce della Nato e dell’Onu, oltre che dal capo della polizia bosniaca, Midhat Zubac - è stata condotta con estrema riservatezza e ancora ieri sera conoscere i particolari degli arresti era impossibile. Il comandante dell’Msu, il colonnello Saverio Cotticelli, che da oltre sette mesi guida il reggimento di quattrocento carabinieri e che ha già al suo attivo numerose operazioni di polizia, ha la bocca cucita. Non parla e non parlano i suoi principali collaboratori. Prima di dire qualcosa di definitivo su questo vero e proprio giallo internazionale, tutti attendono evidentemente l’esame del materiale che si trova all’interno del contenitore, verifica che verrà fatta oggi da alcuni tecnici militari italiani che in nottata hanno già raggiunto Sarajevo.
Alcune radio locali sostenevano ieri sera che le autorità di polizia bosniache sospettano che il materiale sequestrato sia in grado di «costruire una bomba nucleare tattica» e che altri contenitori potrebbero essere già stati spediti fuori della Bosnia. Da Belgrado, invece, ex ufficiali dell’esercito (quelli dell’ Armata federale di Tito), tendono a ridimensionare la vicenda: nei depositi militari di tutta la ex Jugoslavia - dicono - c’era sì del materiale radioattivo, ma non in grado di realizzare la bomba. «Al massimo - ha detto un generale in pensione - si possono produrre proiettili di artiglieria».
Ma l’allarme è comunque grande. La presenza in Bosnia di estremisti islamici legati a Bin Laden, la conferma dell’esistenza di campi di addestramento di Al Qaeda, le minacce di attentati di un mese fa contro le ambasciate degli Usa e di alcuni paesi europei e, infine, la simpatia con cui in passato molti politici bosniaci accoglievano mujaheddin (giordani, algerini, kazakhi, ma anche afghani) che si arruolavano come volontari nell’esercito, non fa dormire sonni tranquilli ai ventimila uomini della Nato che vigilano ancora sulla Bosnia. Nè può ridurre l’allarme il fatto che il materiale radioattivo fosse in possesso di cittadini di etnia croata, da sempre in quest’area poco inclini a stringere accordi con i musulmani. Ma gli «affari», specialmente qui, non hanno colore, la malavita organizzata è pronta a tutto, anche a fornire armi nucleari ai suoi storici nemici.