Terrorismo, allarme
Italia
I servizi segreti:
il pericolo viene da Balcani e Nordafrica
ROMA – «Specifiche segnalazioni»
di «pianificazioni terroristiche» in Italia, che usano come
avamposto l’area balcanica, sono arrivate ai servizi segreti, che le stanno
«approfondendo». Nell’ambito del terrorismo internazionale,
inoltre, hanno trovato riscontro le informazioni che segnalano il ruolo
di spicco dei nordafricani. È quanto rilevano i servizi segreti
nella relazione semestrale sulla politica informativa e della sicurezza
inviata alla presidenza del consiglio.
Hanno trovato «riscontro investigativo»,
segnala la relazione, «le acquisizioni concernenti il ruolo di spicco,
nella trama integralista internazionale, della componente nordafricana,
che si è evidenziata per un riorientamento verso attività
di chiara impronta offensiva contro obiettivi statunitensi, israeliani
e occidentali in genere». In questo contesto, prosegue, «specifiche
segnalazioni, in via di ulteriore approfondimento, hanno dato conto di
pianificazioni terroristiche, non di rado evidenziando il possibile uso,
quale avamposto in direzione del territorio nazionale, dell’area balcanica,
dove è stato contestualmente rilevato un perdurante attivismo di
stampo integralista».
Vanno poi seguiti con attenzione gli sviluppi
dell’islamismo armato palestinese. Ciò, segnalano i servizi, in
relazione all’emergere di una nuova generazione di attentatori suicidi
e per la possibilità che svolgano le loro azioni «al di fuori
del quadrante mediorientale».
La minaccia del
terrorismo internazionale e in particolare di quello legato all’integralismo
islamico si è intensificata dopo l’11 settembre. Infatti, spiegano
i servizi, gli attacchi al World Trade Center «hanno evidenziato
la propensione del movimento islamista ad avvalersi della propria diffusione
nei paesi occidentali per il compimento di azioni terroristiche affidate
a nuclei operativi infiltrati “parassitariamente” nel tessuto sociale del
territorio “ospite”». Ciò in coerenza «con la strategia
universalistica varata da Bin Laden, che ha fatto dell’internazionalizzazione
della “jihad” uno dei fini prioritari, dando vita a un articolato network
radicale su scala planetaria». In proposito, nonostante l’intervento
in Afghanistan, la minaccia posta da Al-Qaeda è destinata a restare
«concreta e incombente».
Le informazioni arrivate ai servizi confermano
quindi l’estensione di un «reticolo radicale» in Europa, l’accentuata
mobilità dei militanti tra le nazioni del continente e l’esistenza
di una «strategia terroristica che raccorda attività di segno
diverso (dal finanziamento al falso documentale fino alla pianificazione
terroristica vera e propria) in un unico disegno destabilizzante».
In questo quadro, la relazione esprime apprezzamento per la legge 438/2001,
«che ha introdotto efficaci strumenti per contrastare il terrorismo
internazionale e specialmente quei gruppi che non commettono attentati
sul territorio italiano, ma assicurano sostegno logistico alle formazioni
operanti all’estero».