IL  Messaggero Veneto 15/03/2002
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Terrorismo, allarme Italia
I servizi segreti: il pericolo viene da Balcani e Nordafrica

ROMA – «Specifiche segnalazioni» di «pianificazioni terroristiche» in Italia, che usano come avamposto l’area balcanica, sono arrivate ai servizi segreti, che le stanno «approfondendo». Nell’ambito del terrorismo internazionale, inoltre, hanno trovato riscontro le informazioni che segnalano il ruolo di spicco dei nordafricani. È quanto rilevano i servizi segreti nella relazione semestrale sulla politica informativa e della sicurezza inviata alla presidenza del consiglio.
Hanno trovato «riscontro investigativo», segnala la relazione, «le acquisizioni concernenti il ruolo di spicco, nella trama integralista internazionale, della componente nordafricana, che si è evidenziata per un riorientamento verso attività di chiara impronta offensiva contro obiettivi statunitensi, israeliani e occidentali in genere». In questo contesto, prosegue, «specifiche segnalazioni, in via di ulteriore approfondimento, hanno dato conto di pianificazioni terroristiche, non di rado evidenziando il possibile uso, quale avamposto in direzione del territorio nazionale, dell’area balcanica, dove è stato contestualmente rilevato un perdurante attivismo di stampo integralista».
Vanno poi seguiti con attenzione gli sviluppi dell’islamismo armato palestinese. Ciò, segnalano i servizi, in relazione all’emergere di una nuova generazione di attentatori suicidi e per la possibilità che svolgano le loro azioni «al di fuori del quadrante mediorientale».
La minaccia del terrorismo internazionale e in particolare di quello legato all’integralismo islamico si è intensificata dopo l’11 settembre. Infatti, spiegano i servizi, gli attacchi al World Trade Center «hanno evidenziato la propensione del movimento islamista ad avvalersi della propria diffusione nei paesi occidentali per il compimento di azioni terroristiche affidate a nuclei operativi infiltrati “parassitariamente” nel tessuto sociale del territorio “ospite”». Ciò in coerenza «con la strategia universalistica varata da Bin Laden, che ha fatto dell’internazionalizzazione della “jihad” uno dei fini prioritari, dando vita a un articolato network radicale su scala planetaria». In proposito, nonostante l’intervento in Afghanistan, la minaccia posta da Al-Qaeda è destinata a restare «concreta e incombente».
Le informazioni arrivate ai servizi confermano quindi l’estensione di un «reticolo radicale» in Europa, l’accentuata mobilità dei militanti tra le nazioni del continente e l’esistenza di una «strategia terroristica che raccorda attività di segno diverso (dal finanziamento al falso documentale fino alla pianificazione terroristica vera e propria) in un unico disegno destabilizzante». In questo quadro, la relazione esprime apprezzamento per la legge 438/2001, «che ha introdotto efficaci strumenti per contrastare il terrorismo internazionale e specialmente quei gruppi che non commettono attentati sul territorio italiano, ma assicurano sostegno logistico alle formazioni operanti all’estero».