IL MESSAGGERO 04/01/2002
 http://www.ilmessaggero.it/hermes/20020104/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/INDIA.htm
 

VENTI DI GUERRA

“ No” dell’India a un vertice col Pakistan
Blair: «È a rischio la stabilità mondiale»
nostro servizio

NEW DELHI - Il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee ha nuovamente escluso un suo incontro col leader pakistano Pervez Musharraf a Kathmandu, dove oggi si apre il vertice della Saarc, l'associazione per la cooperazione tra i Paesi dell'Asia meridionale. Nel corso della sua visita a Lucknow, capitale dello stato-chiave dell' Uttar Pradesh nel quale tra un mese si voterà per il rinnovo del Parlamento provinciale, Vajpayee ha usato toni duri, minimizzando il significato dell'azione intrapresa dal governo di Islamabad contro gli estremisti musulmani.
Ma a Kathmandu si sono incontrati brevemente i ministri degli Esteri dei due Paesi, l'indiano Jaswant Singh ed il pakistano Abdul Sattar. Fonti indiane hanno tenuto a precisare che i due si sono semplicemente «salutati» e non hanno discusso della crisi in atto. Secondo la stampa nepalese, però, il primo ministro Sher Bahadur Deuba sta cercando di organizzare un incontro tra i due capi di governo, che è caldeggiato anche dagli Stati Uniti.
India e Pakistan hanno ammassato truppe ai confini dopo che New Delhi, reagendo all'attacco contro il Parlamento condotto il 13 dicembre da guerriglieri musulmani, ha minacciato di attaccare le loro basi in Pakistan suscitando lo spettro di una guerra tra le due potenze nucleari della regione. Anche ieri, si sono verificati scontri a fuoco lungo la linea di frontiera.
Sulla crisi è intervenuto anche il premier britannico Tony Blair, ieri a Dacca, capitale del Bangladesh. Se il contenzioso territoriale tra India e Pakistan sul Kashmir sfuggisse di mano si creerebbero «enormi problemi» per la stabilità mondiale, ha avvertito Blair, che sarà anche a New Delhi e Islamabad per tentare di calmare le acque. «I pericoli sono ovvi. Due Paesi molto potenti in un'area tradizionalmente molto conflittuale e instabile», ha dichiarato il leader laburista. «È di assoluta importanza, data le forze di cui dispongono le due potenze, fare tutto il possibile per raffreddare la situazione», ha aggiunto il premier.
Il presidente pachistano Pervez Musharraf, ieri a Pechino dove ha incontrato il primo ministro Zhu Rongji, ha intanto ribadito che «il Pakistan spera nella pace, non vuole la guerra e sta muovendosi per abbassare la tensione (con l'India) attraverso il dialogo». Musharraf ha anche detto che il governo pachistano intende agire nell'interesse del Paese e del popolo, prendendo nel contempo le necessarie misure per combattere il terrorismo e per limitare il raggio d'azione dei gruppi estremisti.
All’India le misure intraprese dal Pakistan contro due gruppi accusati di terrorismo non sono stati ritenuti sufficienti dall’India. Secondo il ministro degli Esteri di New Delhi, Jaswant Singh, Islamabad dovrebbe fare «dichiarazioni più decise e più esplicite contro il terrorismo». E ha aggiunto: «Le azioni intraprese contro Lashkar-e-Taiba e Jaish-e-Mohammad vanno nella giusta direzione ma devono essercene altre, ancora più forti, perché le dimensioni del problema sono enormi».
L’India afferma anche di temere attentati contro il Taj Mahal. Ma il gruppo separatista del Kashmir Lashkar-e-Taiba ha smentito di aver mai minacciato attentati conro il celebre monumento. L’altro giorno fonti dei servizi di sicurezza di New Delhi avevano annunciato un rafforzamento della vigilanza al monumento del 17mo secolo dedicato all'amore a seguito di minacce dei ribelli di Lashkar. «Perchè mai dovremmo attaccare i monumenti? Cosa potremmo ricavarne? È una menzogna», ha affermato un portavoce del gruppo.

R.Es.
 
 

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