Il Messaggero 09/12/2001
 http://www.ilmessaggero.it/hermes/20011209/01_NAZIONALE/PRIMO_PIANO/DUEaa.htm

Traballa il decreto sul reato di terrorismo internazionale
Dubbi sulle videoconferenze e sulle intercettazioni

ROMA- C’è il rischio concreto che il decreto che introduce anche nel nostro ordinamento il reato di terrorismo internazionale decada per l’impossibilità di essere convertito in legge entro il 18 dicembre prossimo. Le maggiori difficoltà saranno all' esame della commissione Giustizia di Montecitorio. Dice lungimirante Gaetano Pecorella, Fi, presidente della Commissionene: «Le modifiche apportate al disegno di legge da Palazzo Madama comporteranno qualche problema». Prima di tutto, c’è la questione finanziaria. Il testo porta a regime il 41-bis, non ancora definitivo, e lo strumento delle videoconferenze, una misura che comporta delle spese che non sono previste dalla commissione Bilancio.
Non è l' unico cambiamento problematico. Il reato di associazione "con finalità di terrorismo anche internazionale" è stato rivisto da Palazzo Madama in modo più rigido. «La finalità di terrorismo - si legge nell' articolo 1 ritoccato - ricorre anche quando gli atti di violenza programmati e compiuti sono rivolti contro uno Stato estero, un' istituzione o un organismo internazionale». Se ne deduce che il reato non è perseguibile nella pura fase di preparazione di un attentato.
Ma il vero braccio di ferro si annuncia sulle intercettazioni telefoniche preventive. Alla Camera infatti era stato previsto che il Pm, ritenendo fondati i sospetti che giustifichino l' attività di prevenzione, potesse autorizzare l'intercettazione per la durata massima di giorni 40 prorogabile una sola volta per altri 20. Il Senato invece preferisce eliminare la parola "sospetti". Difende le modifiche apportate al testo il senatore dei Ds, Elvio Fassone: «In materia di intercettazioni abbiamo preferito applicare tout court la legge Falcone, una normativa che ha dato risultati efficaci nella lotta alla mafia. Non capisco quali potrebbero essere le perplessità ad estenderla anche ai casi di terrorismo».