Il sindaco ha
elencato i rischi
di una eventuale
scelta sul territorio della Maremma
«Mobilitare
la gente»
di ALBERTO SALVATELLI
Sarà ricordato come uno dei consigli
comunali più lunghi degli ultimi anni quello che si è svolto
ieri a Montalto di Castro. Tra i punti discussi c'era l'approvazione dell'ordine
del giorno, arrivato poi da tutte le forze politiche, sulla tutela del
territorio a proposito della possibile realizzazione di un deposito di
scorie all'interno dell'ex centrale nucleare. Il sindaco uscente Roberto
Sacconi ha elencato gli effettivi rischi che al momento ci sono, guardando
anche i lavori che l'Enel sta facendo nel "sarcofago" in cemento di Pian
dei Gangani. «Di questo problema dobbiamo occuparcene in maniera
forte - ha detto il primo cittadino - anche se in maniera non propriamente
campanilistica e coinvolgere gli altri comuni indicati nello studio dell'Enea.
Noi avevamo proposto dieci anni fa di fare un museo all'interno dell'ex
nucleare e per questo furono spesi anche centinaia di milioni ma quando
venne a dirigere l'Enel l'attuale presidente Tatò non se ne fece
più nulla. Ora tutti sanno che sono stati dismessi macchinari costati
decine di miliardi. Questo smantellamento ci fa capire che forse il tutto
è propedeutico a un deposito di scorie radioattive».
Sacconi durante il consiglio comunale
ha anche indicato quali sono le strade da percorrere per arginare l'ipotesi
di questo centro di raccolta delle scorie. «Crediamo che in questo
caso bisogna mobilitare la gente - continuava Sacconi - con una giornata
intera di protesta durante la quale bisognerà attrarre l'attenzione
italiana e europea». Il consigliere dello Sdi, Romano Corbo, ha chiesto
che sia indetto un consiglio straordinario tra 10 giorni. «Dobbiamo
muoverci subito - ha dichiarato - se arriva l'approvazione dal governo
siamo fregati». Anche il centrodestra è pronto alla lotta.
«Siamo anche noi pronti alle barricate su questo problema se risulterà
reale - ha tuonato Marco La Monica- ma non vogliamo che questo diventi
propaganda elettorale».