IL MESSAGGERO 28/01/2002
http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20020128/01_NAZIONALE/INTERNI/DELTA.htm
Fra India e Pakistan
“messaggi” nucleari
di DELTA
IL PRIMO ministro indiano aveva annunciato
lo scorso venerdì l’avvenuto test missilistico, in cui pareva fosse
stata sperimentata una variante del missile AGNI-2, a capacità nucleare.
Il programma avviato da oltre 15 anni ha finora realizzato: due lanci dimostrativi,
di “prova tecnologica" (’89 e ’94), una lunga sospensione per migliorare
il sistema, un test di collaudo nel 1999. Dopo tale prova fu dichiarato
operativo per una distanza “presunta" di 2.000 km. L’ultimo lancio annunciato
con enfasi da Vaipajee,avrebbe consentito di verificare la capacità
di trasporto nucleare (una tonnellata).
Il progetto si riferisce ad un missile
balistico (una volta lanciato, la sua traiettoria non può essere
modificata, diversamente dal missile di crociera che ha sistemi di guida
per raggiungere l’obiettivo) ed è molto impegnativo perché
prevede un vettore a 2 stadi - propellente solido /liquido - e richiederebbe
per la definitiva messa a punto una decina di test. Questa condizione solleva
molti dubbi sulla affidabilità del missile allo stato attuale per
due aspetti essenziali: l’impiego del propellente liquido e la “capacita"
di rientro nell’atmosfera.
L’analisi politico-strategica potrebbe
prendere spunto dal testo di un comunicato: “la capacità nucleare
è intesa come deterrente verso la Cina; in possesso di armamento
nucleare (nuclear-armed), e il Pakistan (nuclear-capable), dotato di capacità
nucleare"
In breve, l’equilibrio strategico dell’area
si snoda attraverso cinquant’anni di tensioni e di conflitti “locali".
India e Pakistan hanno combattuto tre guerre con armi convenzionali e si
sono aspramente fronteggiati con le armi nel Kashmir in una situazione
di scontro permanente, definita “conflitto a bassa intensità". Il
deterrente nucleare ha agito in modo apparentemente diverso da quello “assoluto"
della contrapposizione bipolare Usa-Urss, lasciando spazio agli scontri
ma bloccando comunque “l’ecatombe" finale.
L’India ha combattuto nel 1962 una guerra
disastrosa con la Cina, rivelando gravi lacune nelle capacità militari.
La Cina stava diventando allora il vero antagonista di una contrapposizione
strategica tra paesi di enormi dimensioni, per un ruolo di spicco nell’arena
mondiale. Dopo il primo esperimento nucleare cinese, l’India dichiarò
di volere adottare l’opzione della “capacità nucleare" per la propria
difesa. Soltanto dieci anni dopo però attuò il primo test
nucleare. Il Pakistan avviò il programma nucleare subito dopo la
sconfitta del 1971.
Nell’ambito della deterrenza nucleare
si sono consolidate alcune regole empiriche che, a volte, possono spiegare
i comportamenti . Tra queste “la percezione di una minaccia nucleare richiede
una potenziale risposta nucleare" e cioè s’innesta la spirale del
timore e della rappresaglia. La seconda: “le armi nucleari non possono
rimpiazzare la difesa convenzionale, ma la bilanciano" sicché la
schiacciante superiorità delle forze convenzionali può essere
bilanciata solo dall’ordigno nucleare. L’ultima: “l’arma nucleare deve
soppravvivere al primo colpo". Il progetto AGNI si propone, in definitiva,
di costituire con le scarse risorse indiane uno strumento di potenziale
“ritorsione" che certamente non sarebbe in grado di colpire Pechino, ma
sicuramente il Sud della Cina.
Perché in questo momento i responsabili
della politica indiana avrebbero enfatizzato uno sforzo così deciso
nell’assetto strategico dell’area? Tutto ciò ci avrebbe indotto
a pensare che oltre al Pakistan, con cui è altissima la tensione,
la comunicazione venisse rivolta anche a chi sembra voler trascurare l’importanza
strategica dell’India.
Il giorno dopo: un altro scenario! Mentre
a New Delhi si festeggia il 53° anniversario della Repubblica, il Pakistan
insieme alle dure proteste formali per l’esperimento, compie significativi
gesti di apertura. Il messaggio ufficiale di Musharraf per la ricorrenza
esprime disponibilità; il ministro degli Esteri Sattar dichiara
la volontà di allentare la tensione. Un portavoce del ministero
degli Esteri indiano ridimensiona la portata dell’esperimento: si trattava
solo di una prova tecnica per il missile AGNI-1 (700 Km), evento già
comunicato in precedenza al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Cattiva informazione
o sottile “gioco" per condizionare la dura contrapposizione in atto? Vedremo.