Massimo Bersani: Chi è Nanao Sakaki? MB: Poeta bioregionale? Nanao Sakaki: No. MB: Poeta? NS: No. MB: Poeta giapponese? NS: No. Andiamo avanti, no, tutto è no, ogni cosa è no! Questo è il primo Koan! MB: Cosa è un Koan? NS: Chi lo sa? Io non lo so, vai in un tempio Zen. O vai da Shisheido, perché loro sanno (ndr.Photo Italia ), ecco come la pubblicità vive, una grande Compagnia di cosmesi di Tokio. Orrendo, (din don…) ecco un suono di campana, solo uno, buon segno. MB: Come è stato il giro tra le colline piacentine? NS: Dopo giorni di un giro in Italia, dopo molto giorni ecco la possibilità di vedere la foresta, sono stato così felice. Buona montagna, alla fine ho visto un po’ di foresta, buon tempo, sono felice perché ho avuto buon tempo, ma contemporaneamente la sensazione di semi-deserto, molto diverso dall’Asia dell’Est, là è molto umido, ci sono terremoti, tifoni d’estate e pesante neve d’inverno, molta neve e terremoti e vulcani, sono nazioni molto movimentate, mentre l’Europa è molto stabile, il Giappone trema sempre………… NS: Ora faccio io una domanda….Perché
qui non ci sono orsi?
MB: Questa è la seconda volta che vieni in Italia, come mai non ci sei mai venuto prima? NS: Perché nessuno mi aveva invitato prima, io sono povero e questa volta mi hanno invitato, hanno pagato o pagheranno? Chi lo sa, non è importante. MB: Però abbiamo anche visto una quercia di cinquecento anni….e questo ci può dare fiducia rispetto all’ idea che ti sei fatto di quest’ Italia semidesertica….? NS: Si, le cose possono cambiare, ognuno pianti un albero, c’è un libro, “L’uomo che piantava alberi”, mettiti quel libro in tasca, fallo conoscere, lui era un pastore che andava in giro con un sacchetto di ghiande da piantare, fai come lui, fallo sapere a tutti, piantate alberi….fate circolare i libri, fate conoscere, c’è speranza…..anche il libro “La rivoluzione del filo di paglia”, il libro di Masanobu Fukuoka, un libro popolare, segui le istruzioni di questo libro e se hai tempo, leggi Nanao, leggi le poesie, può essere divertente, non sono sicuro ma può essere abbastanza per il prossimo secolo e scala montagne, nuota negli Oceani, fai l’amore. MB: Ci puoi dire qualche cosa di personale? NS: Non condivido il senso
di “personale”, non c’è “personale”, o “intimo”, tutto è
pubblico, non c’è differenza tra pubblico e privato. Ogni cosa è
“uno”.
MB: Ci sono tanti altri poeti, bioregionali e non, che fanno parte della tua storia, contemporanei, Lorenzo Ferlinghetti, Gregory Corso….loro non parlano della natura, come mai? NS: No, non c’è relazione con la natura…poesie molto tristi, relazioni povere perché non parlano della natura….Loro non sono mai stati nella foresta…..Loro non hanno mai vissuto in una caverna…solo relazioni umane, sociali…così poco…loro non possono parlare con l’orso, non possono capire…cosa può dire un castoro, non possono capire il parlare del coyote, questo è abbastanza…vai nel selvatico…stai lì e così veramente puoi cominciare a capire di cosa sto parlando. MB: Come mai si dice o dicono che fai parte della beat generation…. NS: No, quello è giornalismo, è una definizione del giornalismo, perché dobbiamo essere schiavi del giornalismo…Dimentichiamoci se comunque mi definiscono parte della beat generation…non ho bisogno di definizioni, quella è solo una definizione giornalistica…. MB: E così tu cosa, come ti definisci…. NS: Non ha importanza…come mai c’è sempre la necessità di essere qulcuno…o altro…non mi piace… MB: Pensi che questa sia sempre la necessità europea di mettere un’ etichetta alla gente? NS: Si, ma questo non mi appartiene…è troppo per me…Non mi interressa, se sono o meno giapponese, non è importante, non ha significato…sono un essere umano, sono una scimmia… MB: E i giovani, ne hai visti tanti in questo giro in Italia, cosa ne pensi? NS: Certo, senza i giovani non c’è storia e questo è abbastanza…senza i giovani dove può andare la storia?…Non possiamo continuare a parlare dei de Medici…quella è Storia, così diversi nomi per me, Michelangelo, Savonarola, Leonardo da Vinci…sono abbastanza i nomi… questo è perfetto… MB: E’ difficile parlare con te di emozioni e sentimenti e sensazione, è difficile…ti sentiamo molto vicino invece nel pratico… NS: Certamente…dammi un’ ascia e tagliamo la legna…fammi cantare…sono un buon cantante…fammi lavorare…noi dobbiamo lavorare, fare cose, andare nel pratico, sempre, se vogliamo cambiare le cose e vivere concretamente la quotidianità! MB: Ma per incontrare le persone non hai solo fatto, ma anche parlato… NS: Si, in Giappone, in giro per il mondo ho incontrato molte persone, ma non con tutte ho lavorato, con certe ho avuto solo relazioni di vibrazioni, io ho girato il mondo, certo non con tutte ho lavorato, con molte ho solo scambiato un sakè che mi è stato offerto, e parole e vibrazioni, si, ho girato il mondo. MB: Ti meravigli sempre, sembra che tu il mondo lo tenga tra le mani, continui a meravigliarti, lo tieni tra le tue mani…ti appartiene, decidi dove andare, come vivertelo. NS: Certo….il mondo è lì, vai, guarda le cose grandi e quelle piccole, continua a meravigliati, questa è la vita. MB: Capisco che l’unico modo per avere con te una relazione personale era facendoti vedere una parte della mia terra che conosco e che è parte della mia vita. In questo modo io ti ho raccontato la mia vita. Vedendoti di fronte alle querce, guardandoti ho cercato di conoscere la tua storia, come puoi aiutarci a conoscere la tua vita? NS: Cosa è tutto questo, mi confonde, io sono solo me stesso, io sono felice con i grandi alberi, perché io amo i grandi alberi, come nell’incontrare gli esseri umani, incontro un albero ed io incontro i miei nonni, i miei bisnonni, loro sono lì, li incontro, attraverso quegli alberi io incontro loro. MB: E l’esperienza forte della tua storia con la storia? Di quando eri nella Marina Militare Giapponese’. NS: Si, io ero nella Marina Militare Giappnese durante la guerra ed ero un uomo radar, ho visto la bomba di Nagasaki, ho visto la fiamma di Nagasaki, e ho lavorato per molti anni per Hiroshima e Nagasaki e ho camminato con i miei piedi per molte miglia a Nagasaki e chiaramente ricordo la grande fiamma, il grande fungo sulla città di Nagasaki e lavoro con molta gente giovane insieme per fermare, abbastanza, abbastanza, non più. Ricordo ancora quella strana nuvola su Nagasaki una nuvola così stana, il 9 agosto del ‘45, chiaramente ricordo, ecco la musica, probabilmente la musica può cambiare il mondo, poesia e musica (mentre Nanao racconta questa storia si sente la musica delle prove di lirica, è un momento di omaggio, si, la musica). Dopo questo il Giappone è diventato antimilitarista ed educa all’antimilitarismo, ma il punto importante che dobbiamo considerare è che l'Italia è produttrice di armi, che è nel G8 e che questi stati mentre fanno le guerre, parlano di pace…..questa è la grande contraddizione, su questo dobbiamo riflettere ed agire, anche in Giappone, anche lui nel G8, anche lui è un grande produttore di armi ed anche questo è difficile da credere. Tutti producono nucleare ed io lotto contro il nucleare, per gli smantellamenti delle centrali nucleari e so che anche in Italia si stanno facendo delle cose contro il nucleare, con l’Osservatorio Etico Ambientale, incontrerò queste persone sulla via di Venezia, andando alla manifestazione delle bandiere alla Guggenhaim il 9 e 13 di giugno, sarò là, loro saranno là. MB: Sento che sto forzando con il mio domandare ma ho proprio bisogno di capire e di dare alle persone la possibilità di capire che Nagasaki e Hiroshima, che Redipuglia, che Sarayevo, possono correre il rischio di diventare spazi come per una gita, come in qualsiasi luogo turistico…come si fa a trasmettere la gravità di quella storia? NS: Io ero lì a dicembre, a Nagasaki, e lì ho visto un albero bello, con grandi foglie, io ero così felice ecco, tu (albero) sei così felice qui, l’albero è più forte dell’uomo, chi ha la capacità, la possibilità, la forza, il coraggio di vedere, può vedere, che veda…la storia rimane lì… |
Nanao Sakaki poeta Antinuclearista giapponese |