La Nuova Sardegna 01/03/2002
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«E se in Vietnam usassimo l'atomica?»
Così Nixon gelò Kissinger: il colloquio svelato da nastri in archivio

WASHINGTON. Il presidente Richard Nixon discusse con il suo consigliere Henry Kissinger la possibilità di sganciare una bomba nucleare sul Vietnam del Nord, a quanto rivelano registrazioni rese pubbliche ieri a Washington. In una conversazione alla Casa Bianca, avvenuta nell'aprile 1972 mentre gli Usa stavano progettando un incremento dello sforzo bellico nel Sudest asiatico, Nixon prospetta a Kissinger la possibilità di colpire i nordvietnamiti nel modo più pesante possibile.
A Kissinger che gli sottoponeva una serie di opzioni, compreso il bombardamento delle centrali elettriche del Vietnam del nord, Nixon replica: «Preferirei usare la bomba nucleare».
«Non vi sembra un po' troppo?», osserva sorpreso Kissinger. «La bomba atomica? E' un pensiero che ti disturba? - afferma il presidente - Ti voglio vedere pensare in grande». Una frase che gelò Kissinger pure rotto a tutte le esperienze diplomatiche. Il mese successivo Nixon ordinava il maggior incremento delle operazioni militari americane in Vietnam dal 1968. Ma la opzione nucleare era stata definitivamente scartata.
Lo scambio di battute tra Nixon e Kissinger è contenuto in oltre 500 ore di registrazioni di conversazioni del presidente alla Casa Bianca rese pubbliche ieri per la prima volta presso gli Archivi Nazionali.
Altri documenti resi noti sempre ieri, relativi alla storico incontro in Cina nel luglio 1971 tra Kissinger ed il premier Zhou Enlai, mostrano che l'americano mentì nel suo libro di memorie «Gli anni della Casa Bianca», pubblicato nel 1979. Nella versione dell'incontro data da Kissinger nel libro si afferma che la questione di Taiwan venne «menzionata solo brevemente» durante la conversazione perchè i due volevano mettere l'accento sugli elementi positivi dei rapporti tra i due paesi. Una assenza che aveva sempre lasciato scettici gli storici vista l'importanza della questione di Taiwan nelle relazioni tra Washington e Pechino.
I nuovi documenti presidenziali mostrano che Taiwan aveva invece dominato la prima parte della conversazione, dove Zhou Enlai aveva sollecitato gli Stati Uniti a riconoscere che quello di Pechino «era l'unico rappresentante legittimo della Cina» e che Taiwan era «parte inalienabile del territorio cinese, da restituire alla madrepatria». Kissinger, che aveva chiesto un aiuto della Cina per por fine al conflitto in Vietnam, aveva replicato «per quanto riguarda il futuro politico di Taiwan» che Washington non propugnava la soluzione «delle due Cine» o quella di «una Cina, una Taiwan».