Traffico di materiale nucleare: arrestati croati
I carabinieri
della Sfor e la polizia bosniaca hanno sventato un commercio di materiale
pericolosissimo, che sarebbe finito nelle mani dei terroristi internazionali
per costruire una bomba nucleare tattica.
SARAJEVO - Volevano
vendere ai terroristi internazionali il materiale per costruire una bomba
nucleare tattica. Ma sono stati fermati dai carabinieri italiani.
Un gruppo di trafficanti croati di Bosnia
aveva creato un commercio pericolosissimo di materiale nucleare, intercettato
e recuperato da carabinieri della Sfor e dalla polizia bosniaca. Le frontiere
bosniache sono considerate una zona ad alta pericolosità nel traffico
internazionale di armi e materiale nucleare.
Nell'operazione sono state arrestate quattro
persone e sono stati sequestrati dei contenitori metallici con sostanze
radioattive, che portano la sigla dell'ex esercito jugoslavo, 'Jna'. L'azione
dei carabinieri è avvenuta presso Kiseljiak, 30 chilometri a nord
di Sarajevo, in una zona abitata in maggioranza da croati di Bosnia.
L'esperto: materiale per proiettili
Per Sasa Radic, uno dei massimi esperti indipendenti serbi in questioni militari, in Bosnia esistevano industrie militari in grado di produrre materiale radioattivo per il 'Jna', l'esercito popolare della disciolta Jugoslavia, ma si trattava di elementi non tanto adatti alla costruzione di bombe. Per l'esperto il materiale poteva essere utilizzato per proiettili di artiglieria. Inoltre durante il conflitto di Bosnia molte basi militari erano state abbandonate o conquistate dall'una o dall'altra fazione in guerra, ed è possibile che contenitori del 'Jna' siano stati sequestrati per poi essere utilizzati in vari modi.
(30 NOVEMBRE 2001, ORE 14,50, aggiornato
alle 16,30)