Il Papa condanna l'embargo all'Iraq
Giovanni Paolo II è tornato ieri
a condannare l’embargo contro l’Iraq, ha parlato di «sofferenze ingiustamente
inflitte», ed ha annunciato che dedicherà il digiuno per la
pace del 14 dicembre anche alla solidarietà con il popolo iracheno.
Ricevendo in mattinata i vescovi della Chiesa cattolica di rito caldeo,
guidati dal patriarca di Baghdad, Raphael Bidawid, Giovanni Paolo II ha
detto di supplicare Dio perchè apra «le menti e i cuori dei
responsabili delle nazioni, affinché si impegnino a favore del ripristino
d’una pace giusta e duratura in questa regione del mondo, e affinché
abbiano fine le minacce alle persone e al benessere dei popoli».
«Il giorno di digiuno a cui ho chiamato
tutti i fedeli cattolici - ha spiegato il Papa - sarà un’occasione
propizia perché tutta la Chiesa, facendo esperienza della privazione
di cibo, sia in relazione più stretta con gli uomini che soffrono».
«Quel giorno là - ha detto - domanderemo a Dio di assistere
il vostro popolo e di aprire il cuore degli uomini alle sofferenze ingiustamente
inflitte a tanti loro fratelli». I rappresentanti della Chiesa di
rito caldeo, una delle più antiche del Medio Oriente, stanno compiendo
la loro tradizionale visita quinquennale in Vaticano. Rappresentano i fedeli
che ancora vivono in Iraq, Iran, Libano, Egitto, Siria, Turchia, ma anche
quelli emigrati negli Stati Uniti. La fuga dei cattolici mediorientali
dalla loro regione rappresenta una realtà talmente drammatica, che
il Papa ha esortato la Chiesa di rito caldeo a convincersi che il proprio
futuro si gioca anche nella diaspora.