Nella
tana dei terroristi
Una villa nel
centro di Kabul. Ufficialmente un asilo, in realtà un deposito dei
segreti di Al Qaeda e un arsenale utilizzato anche per addestrare le reclute
giunte dall'estero. Ora, dopo l'arrivo dell'Alleanza, Panorama vi ha recuperato
documenti, lettere, materiale militare. Ma anche timbri rubati o falsificati
del Comune di Torino o dell'Ufficio stranieri di Milano.
di GIOVANNI PORZIO da Kabul 23/11/2001
La villa in via Ansari, nel centro di Kabul,dove
l'inviato di «Panorama» ha trovato documenti, armi e manuali
dei terroristi di Bin Laden.
La base logistica di Al Qaeda era
una villa a due piani in via Ansari, un'anonima strada nel centro di Kabul.
Nelle stanze rivestite di marmo, nel garage e nel grande salone sotterraneo
ci sono ancora le tute mimetiche, le munizioni, le pistole. «L'avevo
affittata a un arabo per 400 dollari al mese» racconta il proprietario,
Gul Ahmed, commerciante di Herat. «Diceva che voleva fare un asilo.
Arrivavano dai paesi arabi, dalla Cecenia, dall'Uzbekistan.
Era la prima tappa per le reclute che venivano dall'estero. Qui indossavano gli abiti afghani, ricevevano le armi. Seguivano corsi di balistica e di guerriglia urbana, ascoltavano cassette con i discorsi dell'iman. Li vedevo solo durante il giorno. La sera tornavano nelle case che avevano occupato in diverse zone della città. Aspettavano di essere mandati in un campo di addestramento o direttamente al fronte. Alcuni vivevano qui da molti anni, con le famiglie».
Subito dopo la cattura di Kabul, rovistando negli alloggi frequentati dai combattenti della guerra santa, Panorama ha potuto recuperare lettere, documenti in arabo e in pashtun, materiale militare, registrazioni che delineano un quadro preciso dell'organizzazione e delle attività clandestine di Al Qaeda e dimostrano in modo inequivocabile l'estensione internazionale della rete terroristica di Bin Laden. Nei sottoscala e nelle cantine sono ammucchiati kalashnikov, granate, esplosivi, divise, sacchi con centinaia di copie del Corano, elenchi con nomi e le foto dei martiri della jihad: egiziani, algerini, pachistani, somali, yemeniti, palestinesi, libici, marocchini.
Dagli armadi escono detonatori, inneschi,
dinamite, bombe a mano, passaporti, volantini del Movimento islamico uzbeco,
cannocchiali per fucili di precisione. Un diploma di karate consegnato
da un club di Tangeri a Magid Hussein al-Dulami, nato il 14-3-1967 in Iraq,
e il suo passaporto rilasciato dall'ambasciata irachena a Islamabad l'1.11.1999.
Un puntatore per mortaio, una pianta di Nairobi, dove nel '98 gli agenti
di Bin Laden fecero saltare l'ambasciata americana. Libri di chimica e
di fisica nucleare.
[ continua ... ]