Fonte: E-gazette mailto:[email protected] http://www.e-gazette.it
Kiev, 29 aprile - A 16 anni dal disastro che il 26 aprile '86 terrorizzò il mondo, i dintorni della vecchia centrale sovietica, in Ucraina, sono diventati meta di gite e scampagnate, di un turismo estremo quanto macabro che attira centinaia di occidentali in cerca di emozioni forti. In questi giorni di cerimonie ufficiali, numerosi articoli son stati dedicati all-argomento dalla stampa russa e ucraina. Il presidente ucraino Leonid Kuchma ha reso omaggio alle vittime della catastrofe nucleare raccogliendosi in preghiera in una chiesa di Kiev nel corso di una cerimonia religiosa celebrata per onorare i defunti. All'esterno il presidente ucraino, alla presenza di alcune scolaresche e di un picchetto militare, ha posto una corona di fiori su un cippo che ricorda la sciagura. Una messa è stata celebrata anche nella chiesa di Slavutich, la cittadina nei pressi della centrale dove abitano le famiglie dei tecnici che lavoravano nell'impianto.
A Mosca il presidente russo Vladimir Putin ha decorato un gruppo di superstiti. Il bilancio della tragedia: sette milioni di persone contaminate solo nell'ex Urss; 24.000 morti e 42.000 invalidi (nel corso degli anni) solo tra i 700mila liquidatori, cancro alla tiroide e malformazioni infantili moltiplicate per cinque rispetto alla media nazionale nelle regioni più colpite dell'Ucraina e della Bielorussia. Una parte delle maestranze sono ora impegnate nello smantellamento della centrale, dopo la decisione adottata nel dicembre scorso di chiuderla per sempre con l'aiuto finanziario dei paesi occidentali. Spento finalmente nel 2000 l'ultimo reattore, la centrale nucleare è rimpianta dalle persone che vi lavoravano o si guadagnavano da mangiare con l'indotto. Ma i vecchi dipendenti non sono i soli a flirtare con il ricordo di un impianto il cui nome, in quasi tutte le contrade dei cinque continenti, resta sinonimo di incubo. Novemila persone, tra cui 1.900 bambini, sono tornate a vivere nella zona di esclusione.
Ma c'è anche il turismo, scrive indignato il giornale Trud: i turisti occidentali che si aggirano con macchine fotografiche e contatori Geiger. Pavel Pokutny, già al vertice della gioventù comunista Komsomol di Kiev, ha fondato la Cernobyl Intern Inform, un'agenzia turistica che organizza i tour dell'atomo. I visitatori possono scegliere il loro pacchetto in un listino prezzi che parte dai 25 dollari necessari per avere in qualche modo il permesso di violare la zona d'esclusione, fino ai 125 del fuoristrada privato con accompagnamento personale. Tra le opzioni più richieste c'è la visita di Pripjat, la cittadina-fantasma a ridosso della centrale, ora abbandonata, dove il tempo si è fermato a 16 anni fa: con le insegne della propaganda sovietica ancora attaccate ai muri e i panni che sventolano dal 1986 sui balconi di case abbandonate. Ma la meta preferita resta il sarcofago che copre il reattore numero 4. ''La catastrofe di Cernobyl non deve essere cancellata dalla memoria'', afferma il governo di Kiev, e chiama alla collaborazione le organizzazioni di volontariato, i fondi pubblici, i privati cittadini e tutti coloro che hanno ancora a cuore "i dolorosi problemi di coloro che hanno dovuto lasciare per sempre la loro casa, degli invalidi, delle famiglie che hanno perso il loro sostentamento".