Il problema del Plutonio

Scienza
 http://scienza.dol.it/plutonio.htm
rubrica  a cura di
Mario Bruschi

Dipartimento di Fisica
Universita` "La Sapienza"
e-mail: [email protected]

 Plutonio, Plutone e…

Il problema dello smaltimento delle scorie nucleari torna alla ribalta… In realtà nessuno sa ancora come gestire i rifiuti radioattivi (e questo è forse stato uno dei motivi del rifiuto del nucleare da fissione come soluzione dell'incombente problema energetico). Una delle soluzioni proposte è l'immagazzinamento (per millenni!) in cavità sotterranee auspicabilmente stabili dal punto di vista geologico. Il Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti sta costruendo un tale deposito sotto i monti Yucca, Nevada, a circa 140 Km da Las Vegas . Sono stati finora spesi 2,2 miliardi di dollari (in 15 anni) solo per studi di sicurezza, con la speranza di potere infine 'seppellire' (e dimenticare) 80.000 tonnellate (!) di rifiuti radioattivi che dovrebbero rimanere 'confinati' per circa 300.000 anni (!!!). Tuttavia uno studio pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Nature da scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory ( California ) e del Los Alamos National Laboratory ( New Mexico ) porteranno probabilmente a una revisione della stima dei rischi calcolati. Gli scienziati hanno infatti trovato tracce di Plutonio (vedi nota) a circa 2 km dal sito usato per un test nucleare di 30 anni fa (si ricorda che nel Nevada Test Site, a circa 100 Km da Las Vegas, sono stati effettuati dal 1956 al 1992 ben 828 esplosioni nucleari sotterranee). Benchè, secondo gli esperti del Dipartimento, non vi sia nessun rischio significativo per l'ambiente e per la salute, il punto è che una tale 'perdita' è avvenuta in soli 30 anni con un meccanismo di trasporto "colloidale" attraverso le acque sotterranee che non era stato considerato finora 'tecnicamente' possibile. In effetti le conclusioni del Dipartimento non hanno soddisfatto Bob Loux, direttore esecutivo della Nevada Agency for Nuclear Projects, che ha dichiarato di ritenere che i contenitori dei rifiuti si guasteranno molto prima di quanto stimato dal Governo, determinando fughe di contaminanti radioattivi entro 500 anni. Se la cosa sembra non riguardarci personalmente, pensiamo un attimo ai nostri discendenti, a cui stiamo lasciando in eredità la patata bollente (si fa per dire). Proviamo a pensare che il Plutonio (vedi scheda) oltrechè radioattivo (si fissa nel midollo emmettendo forti radiazioni alfa) è anche pericolosissimo dal punto di vista chimico. In effetti è uno dei veleni più potenti: pochi grammi in aerosol potrebbero sterminare l'intera popolazione di Roma, l'ingestione di bassissime quantità provoca cancro ai polmoni, di pochi milligrammi la morte sicura (vedi scheda). Ebbene, il Plutonio, prodotto in grandi quantità ad esempio nei reattori autofertilizzanti come il SuperFenix (valle del Rodano, Francia), ha una emivita di ben 24.400 anni! Il che significa che se i nostri antenati Neanderthal ci avessero lasciato in regalo 50.000 anni fa diciamo una tonnellata di Plutonio, ben 250 Kg sarebbero ancora attivi. D'altra parte nella mitologia classica Plutone era il Signore (Dio) dei morti…

Fonte
http://www.infobeat.com/stories/cgi/story.cgi?id=2557917927-c2c

Plutonio (Pu), elemento chimico transuranico del gruppo degli attinidi, metallo argenteo lucente, radioattivo; il più importante isotopo è il Pu-239 (con tempo di dimezzamento di 24.400 anni), che per bombardamento di neutroni lenti subisce la fissione nucleare, per cui viene utilizzato sia nelle armi nucleari, sia nei reattori nucleari per la produzione di energia elettrica. Si trova in minime tracce nei giacimenti di uranio, dove si forma per azione dei neutroni liberati nella fissione spontanea dell'uranio. Gli isotopi del p. si formano anche nel corso di reazioni nucleari. Il p. è un elemento estremamente pericoloso, sia per la radioattività (si fissa nel midollo emettendo radiazioni alfa con forte intensità), sia dal punto di vista chimico, essendo tossico al massimo grado. Un solo grammo di p. disperso nell'ambiente provoca una contaminazione letale di un'area di 500 mq; l'assunzione di p. in quantità bassissime provoca rapidamente il cancro ai polmoni, in quantità di pochi milligrammi causa la morte sicura. Il p. si ottiene per azione dei neutroni sull'uranio-238 nei reattori nucleari autofertilizzanti. Il p. formatosi viene separato dall'uranio-238 e dai prodotti di fissione dell'uranio-235 attraverso complessi processi, comprendenti l'estrazione con solventi organici del materiale da soluzioni nitriche.

Caratteristiche del Plutonio
Configurazione elettronica [Rn] 5f6 6d0 7s2; numero atomico 94; peso atomico 239; punto di fusione 639,5 gradi C; punto di ebollizione 3235 gradi C; densità 17,7 g/cmcubo. Ottenuto nel 1941 da G. Seaborg, E. McMillan, J. Kennedy, A. Walh; il nome deriva dal pianeta più lontano, Plutone.
(Enciclopedia della scienza e della tecnologia, DeAgostini)