Promiseland
07-03-2001 - Fonte: www.Democraticidisinistra.it
http://promiseland.it/view.php?id=182

di Mario Bruschi
Dipartimento di Fisica
Universita` "La Sapienza"

Distruggere il Pianeta in un Esperimento?
Lo sapevate?... E perché non se ne parla?... E chi prende queste decisioni?

La terra potrebbe diventare (e in breve tempo) una palla di soli 100 metri di raggio fatta di materia “strana”; nel processo sarebbe rilasciata una energia pari a quella di una esplosione stellare. Ovviamente ogni forma di vita andrebbe distrutta: non più uomini, non alberi, né uccelli , né batteri, non più cieli azzurri, né nuvole, né fiori...

NON è un racconto di Fantascienza, NON è la sceneggiatura dell’ennesimo film catastrofico ma, purtroppo, è lo scenario “possibile” (anche se molto improbabile, sfortunatamente non sappiamo precisamente quanto) previsto e descritto da eminenti fisici teorici come conseguenza di esperimenti scientifici al Relativistic Heavy Ion Collider (RHIC, Brookhaven National Laboratory, USA) e , fra 5 anni, al nuovo LHC (Large Hadron Collider, CERN, Ginevra).

Ironicamente, la notizia di un tale catastrofico, irreparabile e definitivo esito “possibile” per un esperimento, che nel migliore dei casi, porterà ad un (leggero, forte? non importa) miglioramento delle nostre conoscenze nel campo della fisica fondamentale, non è un segreto: a quanto sembra, se ne discute nell’ambito degli specialisti da tempo; un rapporto di “specialisti” è disponibile su Internet per maggiori particolari.
Personalmente ne sono venuto a conoscenza solo ieri e per caso. Infatti non ho visto eco (se c’è stata, è stata chiaramente inadeguata…) sui mass-media di un argomento che, seppure come pericolo potenziale ma pericolo per la sopravvivenza dell’intero pianeta (!), dovrebbe riguardarci MOLTO da vicino.

Sono rimasto non dico incredulo (da tempo sono convinto che l’autoappellativo Homo Sapiens Sapiens è, eufemisticamente, esagerato), ma certamente indignato (per non usare termini più forti). Per varie ed ovvie ragioni (ovvie per chi abbia conservato un minimo di buon senso e di responsabilità morale).

Veniamo ai fatti (cercherò di dare una descrizione comprensibile con un minimo di dettagli tecnici).

Nei due acceleratori, di cui sopra, facendo collidere ioni di atomi pesanti (oro, piombo) grandemente accelerati, si raggiungeranno nell’urto energie ( o meglio densità di energia) mai raggiunte precedentemente.
L’obiettivo è di accedere a nuovi fenomeni, in particolare il miraggio, la preda ambita da tutti i ricercatori, il nuovo Eldorado ( dopo la caccia fruttuosa, ma conclusa, al quark Top e alle particelle Z,W (Nobel di Rubbia)) è la sfuggente particella di Higgs (la particella di Dio, secondo il Nobel Lederman).

Non sappiamo a quali energie dovremo giungere per “vedere” la particella di Dio, ma i teorici ci dicono che le energie raggiunte nei due nuovi acceleratori (e le modalità degli esperimenti) potrebbero portare alla creazione di “strangelet” cioè grumi di materia nucleare “strana”.
Qualche ulteriore dettaglio: la materia nucleare normale, i protoni e i neutroni di cui siamo fatti noi, la terra, le stelle, è costituita da quarks della “prima famiglia” con gli usuali “sapori” su e giù (up-down, u-d) (2). Esistono però dei quarks esotici di altre due famiglie che, fantasiosamente, sono stati chiamati “s=strano”, “c=charm,incanto”, “b=bellezza o bottom,fondo”, “t=top,cima).

Questi quarks, tutti rilevati sperimentalmente, sono di massa via via crescente e decadono usualmente nei quark della prima famiglia (per questo non li “vediamo” facilmente in giro). Tuttavia nelle condizioni di estrema densità energetica che si realizza nella piccolissima regione dell’urto tra gli ioni , i teorici ci dicono che i normali quark u-d potrebbero essere indotti a trasformarsi in s-strani (ci sarebbe cioè un vantaggio energetico per questa trasformazione, a dispetto del fatto che la massa di s è più alta).

Peggio ancora, una volta innescato questo processo, in particolari condizioni, la strangelet , cioè la nuova materia “strana” formatesi, non solo sarebbe stabile ma tenderebbe ad “acquisire” (fagocitare, includere, mangiarsi) tutta la materia normale con cui fosse in contatto: come Mida trasformava in oro tutto quello che toccava, così una strangelet farebbe divenire “strano” tutto quello “a portata di mano” e con effetti ben più disastrosi. Infatti una tale “particella”, una volta ingranditasi abbastanza (ma siamo ancora a dimensioni microscopiche), diverrebbe così pesante da sprofondare al centro della Terra e là continuare tranquillamente il suo pasto… fino ad assorbire la Terra stessa! Non si sa bene, ma i tempi in gioco non sarebbero certo “geologici”, cioè milioni o miliardi di anni, bensì poche centinaia di anni… Ovviamente, la vita sulla terra finirebbe molto prima.

Considerate che viviamo in un precario guscio di pochissimi Km di atmosfera e pochi Km di roccia sotto i piedi: cosa accadrebbe a questo habitat appena il nucleo della terra cominciasse a rimpicciolirsi e un enorme quantità di energia venisse rilasciata in virtù di un processo di “stranizzazione” in atto? È facile immaginarlo, moriremmo per terremoti, inondazioni e quant`altro prima di essere a nostra volta “stranizzati”...

Quanto è verosimile questo scenario e quale è la probabilità che esso si realizzi?

È difficile rispondere, le nostre conoscenze teoriche e/o empiriche sono insufficienti.
Il punto è che, al meglio delle nostre conoscenze attuali, questo PUÒ effettivamente accadere.
Tanto è vero che il BNL ha commissionato uno studio sui rischi a noti specialisti (vedi BJSW) e una valutazione indipendente dei medesimi è stata fatta dal CERN (presto coinvolto direttamente, vedi DRH).
In questi studi si cerca di stabilire un tetto, cioè una probabilità massima per la realizzazione di questo scenario, e in base a considerazioni teoriche sui processi coinvolti e in base al mero fatto che apparentemente non si è ancora MAI verificata nel resto dell’Universo (pur se nei raggi cosmici vengono raggiunte energie di molto superiori a quelle in gioco nei due laboratori in questione).
Chi è interessato ai dettagli ed è in grado di capire il procedimento, può leggere direttamente il report (in inglese).
Io sono obbligato qui a riassumere e (forse iper-)semplificare.
Premesso che le stime in questione non sono poi così attendibili dato il numero delle incognite in ballo e sottolineato che si cerca di stabilire un tetto per la probabilità (la probabilità stessa potrebbe essere estremamente più bassa), credo tuttavia che , per la estrema importanza delle possibili conseguenze, sia lecito e doveroso in questo caso tenere in considerazione l’ipotesi più pessimistica. Cioè il peggiore dei casi (le leggi di Murphy ci assicurano che la fetta di pane cadrà dalla parte imburrata…).

Il limite in questo caso è in DRH p~10^(-6) cioè uno su un milione (per BJWS abbiamo p~10^(-8) cioè uno su cento milioni).
Che cosa è p? ripeto è il limite superiore per la probabilità che una tale catastrofe si verifichi in un anno di esperimenti (al meglio della nostra conoscenza attuale e nella ipotesi più pessimistica).

Come si dovrebbe reagire di fronte a questo dato?

Qui nasce uno dei motivi per la mia indignazione: nei lavori in questione il dato stesso è presentato in modo altamente scorretto : si dice infatti che, anche nel peggiore dei casi, c’è una probabilità che la catastrofe avvenga in un milione in un anno di anni di esperimenti… ergo (deduzione implicita), dato che gli esperimenti dureranno solo pochi anni, anche nel peggiore dei casi, siamo al sicuro, non è certo il caso di preoccuparsi.
Ancora più gravemente, questo sembra il pensiero diffuso nella comunità scientifica “competente” (“ma via, ci sono cose più serie”) e questo ha probabilmente convinto Clinton a far iniziare l’esperimento al RHIC (l’anello del LHC al CERN è ancora in costruzione, costerà, sembra , 3000 miliardi + 1000 per la fase sperimentale vera e propria ed è ovviamente finanziato anche dall’Italia).

Ripeto, questo è un modo errato ed ingannevole, in quanto falsamente rassicurante, di presentare i dati.
Non è difficile da capire il perché: se io dico che se uno è così pazzo da giocare alla roulette russa, ha una probabilità su sei di uccidersi ad ogni singolo colpo (ammesso che i colpi della pistola siano sei), con ciò non voglio dire che può stare tranquillo fino al sesto colpo… potrebbe benissimo uccidersi con il primo.
Così se vi dicono che la probabilità che la catastrofe avvenga è “solo” di una su un milione, non vuol dire che potete stare tranquilli per un milione di anni… Ma c’è di più: per ammissione degli stessi autori del rapporto CERN, nell’esperimento ALICE al LHC i margini di sicurezza potrebbero ridursi di un fattore tra mille e diecimila rispetto al RHIC! Citando DHR : “this means that, in discussing ALICE, it would be presumably be advisable to improve our very safe limits based on the fate of stars and/or develop considerations that relay more heavily than ours on our understanding of heavy ion collisions” (questo significa, riguardo ad ALICE, che presumibilmente sarebbe consigliabile migliorare le nostre stime di sicurezza basate essenzialmente sulla sorte delle stelle e/o approfondire studi basati più del nostro sulla attuale comprensione delle collisioni di ioni pesanti).

Che conclusioni trarre da tutto questo?

Mi è stato detto che bisogna essere “ragionevoli”, che aprire magari una campagna “catastrofista” sarebbe altamente insensato e potrebbe portare ad un rifiuto generalizzato della scienza, che in fondo la possibilità di catastrofe potrebbe essere molto più remota di quella riportata sopra (che tiene in conto solo le ipotesi peggiori), che in fondo l’umanità ha corso e corre rischi ben più gravi (guerra nucleare, caduta di un meteorite, esperimenti genetici/biologici fuori controllo…).

Potrebbe esserci del vero in queste osservazioni.
Ma per una volta non condivido, assolutamente non condivido, l’accezione del termine “ragionevole”.
Secondo me è non è ragionevole, anzi è altamente stupido, che, per quanto remota sia la possibilità di una catastrofe definitiva, si continui un esperimento il cui ipotetico vantaggio per l’umanità sarebbe l’acquisita certezza dell’esistenza della particella di Higgs… Ma chi se ne f. della particella di Higgs! Non vi è proporzione tra costi e benefici: nel dubbio, anche minimo, ragionevole sarebbe sospendere il tutto, in attesa di una conoscenza migliore, di una stima migliore dei rischi (eppure, ahimè, non dubito, che gli esperimenti andranno avanti).

La particella di Higgs può attendere. Se poi risulterà impossibile dargli la caccia senza rischi ne faremo a meno (o magari sposteremo gli acceleratori nello spazio o … vedremo, ma vedremo se ci saremo per vedere!).

Inoltre, anche se trattasi di questione in fondo marginale, trovo tuttavia stupido e non “ragionevole” aver affidato una stima dei rischi a persone, degne e competenti senza dubbio, ma pur sempre fisici delle alte energie e quindi personalmente coinvolti negli esperimenti (anche qui semplicemente in base al buon senso che si riassume nel detto popolare: è inutile chiedere all’oste se il suo vino è buono).
Trovo irragionevoli le obiezioni del tipo: senza rischio non vi è progresso et similia: anche se fosse stato così in passato, l’enormità della posta in gioco adesso dovrebbe indurci a cambiare le regole del gioco… l’esperienza della bomba atomica, della folle corsa agli armamenti, del pericolo (non ancora cessato) di un olocausto nucleare non ci ha insegnato proprio niente .
È altresì vero che potremmo morire senza preavviso per catastrofi “naturali” come l’esplosione di una supernova nelle vicinanze, l’impatto con un mini buco nero, o per un cambiamento di fase dello stato di vuoto: ma queste catastrofi non sono sotto il nostro controllo (non ora, almeno), questa morte ci verrebbe da Dio, o dal fato o dalla sfiga… qui stiamo invece parlando di una possibile catastrofe finale innescata e prodotta da NOI (e per di più evitabilissima).

Comunque il vero problema, il punto centrale della questione, non riguarda la ragionevolezza o la stupidità della razza umana, il punto fondamentale è di natura morale:

quale diritto abbiamo di rischiare la vita nostra, dei nostri figli, di tutti gli essere viventi di questo pianeta ?

Questione etica.
Io posso anche decidere di correre il rischio di scalare una montagna, le possibili conseguenze rimarranno ragionevolmente circoscritte a me stesso; è già molto più discutibile, moralmente, il rischio di correre a 200 all’ora sulle strade: le possibili conseguenze potrebbero ben coinvolgere persone “innocenti”; ma arrivare a scommettere sulla sorte di tutti, a correre un “rischio ragionevole” quando la contropartita è la fine del pianeta potrà pur essere “ragionevole” ( io dico decisamente che è stupido ) ma senza dubbio è dannatamente, mostruosamente immorale.

Certo i nostri discendenti (se ci saranno!) ricorderanno questo secolo con orrore e non solo e non tanto per gli stermini e le atrocità (queste hanno da sempre accompagnato il “progresso” umano) ma anche e soprattutto perché abbiamo, senza ritegno, senza pudore né alcuna remora etica, consumato e dissipato in un solo secolo le risorse accumulate dal pianeta in centinaia di milioni di anni, e questo anche per l’ybris di chi crede che il “progresso” sia comunque positivo, che la conoscenza sia un bene in sé e che in fondo non siamo responsabili delle conseguenze delle nostre azioni (nessuno è il custode di Abele).

Finisco con un ultimo interrogativo: ci vantiamo della nostra democrazia e della nostra libertà di informazione, come mai allora decisioni di questa portata sono prese da pochi “esperti” e nel silenzio dei mass-media?