Pagina 10 - Esteri
DOSSIER
Tecnologia e
coraggio armi contro lo sceicco
Caccia alle caverne
di Bin Laden
Bombe laser e
marines: obiettivo il covo di Al Qaeda
Sensori che penetrano fino a 30 metri
nelle rocce individuano calore e piccoli rumori Una macchina bellica
sofisticata. Ci sono tunnel in cui può entrare un carro armato
DAL NOSTRO INVIATO
ALBERTO FLORES
D'ARCAIS
WASHINGTON —
Trovare la caverna giusta da colpire in mezzo alle montagne dell'Afghanistan
non è facile. Per i piloti dei caccia che da giorni martellano le
montagne attorno a Kandahar e quelle vicino
Jalalabad — le due località dove
l'intelligence ritiene che sia nascosto Bin Laden — anche il più
piccolo indizio, un buco appena visibile leggermente isolato rispetto alle
altre migliaia che si notano
dall'alto, può essere una debole
traccia da non tralasciare. Viste dal cielo le impronte lasciate sul terreno
che conducono ad un ammasso di pietre ammucchiate senza logica o un impercettibile
pennacchio di fumo
che segnala un generatore diesel in funzione,
possono indicare che lì sotto si nasconde un gruppo di terroristi
di Al Qaeda.
Bombardare dall'alto però non basta.
Senza andare a vedere da vicino, senza poter controllare di persona gli
obiettivi colpiti, non si avrà mai la certezza che Bin Laden o i
suoi luogotenenti siano stati uccisi,
che nel dedalo di tunnel e grotte lungo
decine di chilometri non trovino ancora rifugio gruppi armati pronti a
riprendere la guerriglia. La prova si è avuta martedì al
Pentagono quando, dopo che si era
diffusa la notizia che i bombardieri avevano
«polverizzato» il quartier generale del mullah Omar a Kandahar,
dall'iniziale eccitazione si è rapidamente passati ai primi dubbi:
la guida religiosa dei taliban non era stata uccisa. Questi i motivi per
cui il Pentagono ha inviato i marines che hanno il compito di affiancare
i reparti speciali in una «caccia» a Bin Laden che porterà
le truppe americane allo scontro faccia a faccia con le milizie di Al Qaeda.L'assalto
alle caverne non sarà facile. Il segretario alla Difesa
Rumsfeld non si stanca di ripetere che
«giorni molto duri sono in arrivo», che l'opinione pubblica
americana deve attendersi anche «perdite umane», ma l'ordine
è perentorio Bin Laden va individuato e ucciso: «Ci sono una
quantità enorme di caverne e tunnel, lunghe, profonde, ben costruite.
Ma i nostri soldati le troveranno e le ripuliranno». Per farlo le
truppe Usa hanno a disposizione la più alta
e sofisticata tecnologia mai usata in
una guerra, con una tattica che vedrà agire insieme aviazione ed
esercito, bombe, scontri a fuoco e ricerca sotterranea del nemico.
LE CAVERNE —
Secondo John Schroeder, professore di geologia all'università del
Nebraska che studia le caverne dell'Afghanistan dal 1978 e che è
stato «arruolato» come consulente dal Pentagono, Bin Laden
e i suoi uomini utilizzano decine e decine
di tunnel costruiti negli anni da esperti ingegneri. Alcune hanno sorgenti
d'acqua naturale e la temperatura all'interno resta costante, grazie a
delle correnti di calore che creano una sorta di «effetto forno»
anche durante i rigidi mesi dell'inverno afgano. Un tipo di tunnel, chiamato
«karez», è il prodotto di un antichissimo sistema di
irrigazione sotterraneo usato per portare acqua ai villaggi montani. «Molti
sono artificiali, piccoli, ma fanno parte di una rete estesissima che porta
a decine di stanze dove sono ammassati rifornimenti e armi. Alcune sono
grandi abbastanza per potervi tenere dentro veicoli e carri armati. Ci
sono diverse vie di fuga, per cui non basta chiudere l'ingresso principale
per intrappolare le migliaia di abitanti che ci vivono dentro».
LE BOMBE —
Dalla cabina di un pilota di caccia le caverne «appaiono come un'ombra
sul terreno», spiega il contrammiraglio John Stufflebeem e anche
quando sono colpite con precisione e le bombe «laserguidate»
—
le devastanti «bunker buster»
— entrano accuratamente dall'ingresso del tunnel esplodendo e devastando
tutto quello che c'è all'interno, la possibilità che restino
intatti altri tunnel è alta. Vengono usate anche bombe «termobariche»
che fanno esplodere una miscela di carburante e aria che provoca un'onda
devastante.
I SENSORI —
Le forze americane sono equipaggiate con una sofisticata tecnologia, un'insieme
di sensori che possono «guardare nell'oscurità», anche
in pessime condizioni atmosferiche, fino a trenta metri di
profondità della roccia. Contemporaneamente
«sentono» anche le più deboli fonti di calore, rilevano
i campi magnetici dei fili elettrici e sono in grado di individuare il
ronzio di un generatore che brucia. Ne
dispongono gli aerei e gli elicotteri,
sono installati in piccoli blindati e su camionette.
FORZE SPECIALI — Una versione più leggera fa parte dell'equipaggiamento delle forze speciali. Attaccata ai fucili e ai mitra permette agli «uomini mascherati» di individuare una persona in movimento a tre chilometri di distanza e una macchina a sette chilometri. L'ultimissima versione, che verrà usata per la prima volta in Afghanistan, non solo può individuare i raggi infrarossi emanati da un qualsiasi oggetto caldo ma può anche decifrare i dettagli della composizione chimica dell'obiettivo da colpire grazie a particolari rilevatori.
MARINES — Anche i marines hanno a disposizione armi altamente tecnologiche, quali telescopi notturni e rilevatori di calore che gli permettono di combattere meglio di notte che durante il giorno. Inoltre hanno a disposizione dei sensori che sono in grado di rilevare il respiro di un soldato o una qualsiasi sostanza inquinante stando seduti all'interno di un carro armato.
INTELLIGENCE — In Afghanistan sono presenti un imprecisato numero di uomini dei servizi segreti, tra cui alcune unità della Cia definite «paramilitari». L'intelligence che trovandosi spesso all'interno delle linee nemiche è quella che segnala per prima gli obiettivi da colpire usa gli aerei spia senza pilota «Predator».