La Stampa 05/12/2001
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MASSIMA ALLERTA NEI PAESI OCCIDENTALI NEL PERIODO DELLE FESTE DI FINE ANNO
La bomba radioattiva l´ultimo timore della Cia
Dagli interrogatori di prigionieri a Kabul si sospetta che Al Qaeda sia in possesso, grazie all´aiuto dei guerriglieri ceceni, di un ordigno «sporco» in grado di contaminare una vasta area di una metropoli

corrispondente da NEW YORK DURANTE una riunione segreta di Osama bin Laden con alcuni dei suoi più fedeli seguaci avvenuta nel corso del 2000 uno «scienziato» di Al Qaeda innalzò al cielo un'ampolla contenente materiale radioattivo dichiarando ai presenti i progressi compiuti nei tentativi di dotarsi di un'arma atomica. L'episodio è stato rivelato ad ufficiali dell'intelligence Usa da alcuni membri di Al Qaeda catturati in Afghanistan e numerosi documenti e grafici ritrovati in edifici di Kabul e basi di terroristi nei pressi di Jalalabad hanno confermato i progetti atomici, sebbene ancora in una fase tecnica rudimentale. Cia ed Fbi ritengono che la sostanza contenuta nell'ampolla mostrata a Bin Laden non sia sufficiente a costruire una bomba atomica vera e propria ma basti a confezionare una sua versione «sporca» ovvero un ordigno capace di contaminare con particelle radioattive un'area geografica delimitata, pari al quartiere di una grande città. A svelare il timore dell'Amministrazione Usa è stato il «Washington Post» con l'ennesimo scoop di guerra firmato da Bob Woodward - uno dei due giornalisti che firmò il Watergate - ma è soprattutto un precedente a far ritienere «possibile» all'intelligence americana un attacco radioattivo contro gli Stati Uniti.

Nel 1995 la guerriglia cecena depositò, come sinistro ammonimento al Cremlino, nel Parco Izmailovsky di Mosca un ordigno senza esplosivo ma contenente del cesio, simile a quello usato in radiologia: quella quantità di cesio sarebbe stata sufficiente per fabbricare una «bomba sporca» e i fondamentalisti ceceni hanno da tempo solidi legami con la rete di Al Qaeda. Potrebbero essere stati loro a fornirgliela. Ad aiutare Bin Laden nell'intento potrebbero essere stati anche i due scienziati pakistani - Sultan Bashiruddin Mahmood e Abdul Majid - che si sono recati spesso in Afghanistan negli ultimi anni, giustificando i loro viaggi con l'impegno volontario a favore di «operere caritatevoli». La possibilità che Bin Laden sia riuscito a fabbricarne una «bomba atomica sporca» è considerata «molto alta» dall'Istituto per il Controllo Nucleare di Washington, il cui presidente Paul Leventhal fa notare che «l'industria nucleare produce ogni anno tonnellate di materiale radioattivo» mentre «per costruire una bomba radioattiva ne basta qualche grammo». D'altra parte l'Agenzia internazionale per l´energia atomica, con sede a Vienna, ha ammesso che dal 1993 sono stati documentati 153 furti di materiale nucleare e 183 di altre sostanze radioattive. I Paesi a maggior rischio di furti radioattivi sono considerati la Russia ed il Pakistan ma qualsiasi addetto ad una centrale nucleare in Occidente potrebbe tentare di trafugare la quantità minima necessaria di materiale radioattivo. Mosca ha comunicato a Washington che nel mese di novembre per ben due volte sono state sventati tentativi di infiltrazioni nel super-protetto deposito nucleare russo denominato «Rifugi-S».

La «bomba sporca» tradizionale è composta di due elementi: esplosivo (ad esempio dinamite) e materiale radioattivo. La detonazione è di molto inferiore a quella di un ordigno nucleare e può uccidere al massimo un migliaio di persone ma l'effetto più terribile è la diffusione nell'aria delle particelle di radioattività, capaci di rendere contaminata un'area vasta diversi chilometri quadrati per mesi interi e di diffondere il contagio di malattie tumorali per decenni.

Le caratteristiche ne fanno un'arma adatta per gli obiettivi delle organizzazioni terroristiche. Cia ed Fbi lavorano sull'ipotesi che Bin Laden sia già riuscito ad ottenere in qualche maniere una «bomba sporca» e che la sua difficoltà sia in questo momento soprattutto quella di riuscire a farla arrivare sul territorio degli Stati Uniti o di altri Paesi dell'Occidente. Per questo nelle ultime settimane sono stati intensificati i controlli in porti, areoporti e lungo le frontiere al fine di intercettare materiale radioattivo. Particolari macchinari sono stati installati non solo ai posti di frontiera degli Stati Uniti ma anche di altri Paesi occidentali. Le forze di sicurezza saudite ispezionano severamente ogni inviduo o bagaglio che transita la frontiera con lo Yemen, dove è noto che Bin Laden ha delle basi. Il tentativo è quello di intercettare l'ampolla radioattiva prima che riesca ad arrivare sul luogo dove Al Qaeda avrebbe previsto di farla esplodere. Proprio la minaccia di un attacco radioattivo contro una grande città degli Stati Uniti avrebbe contribuito alla decisione del ministro della Sicurezza interna, Tom Ridge, di decretare lo stato di «massima allerta» in tutto il Paese durante il periodo dellle festività di fine anno.