Il Problema della Russia ? Il contrabbando Nucleare ...
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La Stampa  (Del 23/11/2001 Sezione: Esteri Pag. 7)
http://www.lastampa.it/_EDICOLANew/esteri/280319.htm
 
Andrei Kozyrev

MOSCA COSA chiediamo all´America? Cosa ci può dare? Rispondere a questa domanda oggi è urgente, mentre il dinamico sviluppo del negoziato tra i presidenti degli Usa e della Russia sembra aprire una nuova fase di relazioni. Innanzitutto, un nuovo rapporto con gli Usa ci permetterebbe di ridurre le spese e i rischi legati alla manutenzione di un arsenale nucleare troppo ingombrante e vulnerabile: agli incendi, ai guasti tecnici, agli attacchi terroristi. Dal punto di vista della sicurezza del nostro Paese questo obiettivo può essere raggiunto con una riduzione unilaterale degli armamenti fino a circa 1000 unità strategiche. Questa cifra garantisce una deterrenza supersicura di qualsiasi agressore potenziale. Ma, tenendo presente fattori politici e psicologici, sarebbe auspicabile che questa riduzione avvenisse parallelamente agli Usa. La riduzione di armamenti in esubero risponde anche agli interessi americani. Ma i parametri quantitativi e qualitativi di Washington potrebbero non coincidere con i nostri per ragioni geopolitiche ed economiche. Come noi, sono in grado di stabilirlo e attuarlo autonomamente e, come noi, preferirebbero agire insieme con la Russia. Dobbiamo però avvertire Washington che il nostro margine di compromesso è limitato. Gli americani devono avere chiaro che Mosca non si farà coinvolgere in un gioco numerico impari e raggiungerà - anche unilateralmente - il limite di 1000 che risponde ai suoi interessi, anche se Washington vorrà insistere e fermarsi provvisoriamente su due-tre mila testate. Secondo, la cooperazione con l´America dovrebbe portare alla creazioni di sistemi di difesa antimissilistica per le frontiere meridionali e orientali della Russia e dell´ex Urss. All´inizio potrebbe servire a intercettare solo un numero limitato di missili che possono venire lanciati da gruppi o regimi terroristici. Dobbiamo, come minimo, accordarci con Washington su una nuova interpetazione o sull´emendamento del trattato ABM, che da più di 30 anni ci vincola nella creazione di uno scudo antimissilistico, mentre la minaccia terroristica diventa sempre più reale. L´ipotesi migliore per la Russia sarebbe una cooperazione con gli Usa nella progettazione, sperimentazione e costruzione di questi sistemi. Ciò permetterebbe di accelerare e rendere meno costosa la soluzione. Bisognerebbe anche porre la questione di una partecipazione, soprattutto economica, dei Paesi europei, che dovrebbero essere interessati a difendersi dal terrorismo atomico proveniente da sud-est non meno di quanto lo siamo noi, e non cercare di farsi dare il passaggio gratis alle spalle di Russia e Stati Uniti. Nonostante la coincidenza di interessi in questo campo, ci aspetta una dura lotta politica sulla linea dello «scudo». Oggi gli Usa la vorrebbero tracciare nei pressi del loro territorio. Noi invece abbiamo bisogno di un ombrello che copra tutta l´ex Urss. Infine, dobbiamo restare uniti nella lotta al terrorismo internazionale. E´ importante che, una volta fatta finita con bin Laden, gli americani non si dimentichino del problema. Dobbiamo agire in parallelo o congiuntamente con gli Usa e l´Occidente per isolare e, meglio ancora distruggere i centri del terrorismo. La migliore delle ipotesi sarebbe che anche in futuro gli americani e i loro alleati della Nato si assumano la parte militare delle operazioni, mentre la Russia si deve limitare a un appoggio di retrovia, morale, politico e di intelligence. Questa svolta verso gli interessi reali della politica estera russa permetterà di eliminare il complesso di inferiorità di cui abbiamo sofferto. Abbiamo frainteso i nostri interessi seguendo il principio sovietico «quello che è brutto per la Nato, è buono per la Russia» e «un nemico degli Usa è un mio amico». Queste illusioni ci condannerebbero a un confronto insensato e perduto in partenza con il mondo sviluppato, che non farà che aumentare l´isolamento e la frustrazione. Nonostante la scelta da fare sia evidente, compierla in pratica sarà difficile. I 74 anni di regime sovietico e gli ultimi cinque anni di politica neosovietica hanno lasciato nell´apparato statale e nell´elite politica un´eredità pesante. Perfino la formulazione degli interessi reali della Russia - se questi coincidono con quelli americani - appare a molti come una concessione inamissibile al nemico, e ogni passo verso la cooperazione con l´Occidente una manifestazione di debolezza. Non è possibile però un compromesso con questa demagogia. L´esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che qualsiasi concessione a essa porta in un vicolo cieco e alimenta l´opposizione nazionalcomunista. Questo retaggio del passato è oggi l´ostacolo principale alla realizzazione degli interessi nazionali, e alla cooperazione con gli Usa che essi richiedono. E´ importante tenere presente che i guardiani di questa linea sono concentrati nel centro di Mosca, mentre la popolazione non pensa a strategie alla naftalina, ma al raggiungimento di un tenore di vita paragonabile a quello occidentale. Occidentale, non orientale. Sappiamo bene cosa chiedere all´America. Ci serve una ferma volontà politica, paradossalmente non tanto nel rapporto con gli Stati Uniti quanto dentro la Russia. Andrei Kozyrev è ex ministro degli Esteri della Repubblica federativa russa Copyright Moskovskie Novosti