La Stampa - (Del 23/11/2001 Sezione: Esteri Pag. 3)
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GRAHAM ALLISON, SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA DELL´AMMINISTRAZIONE CLINTON
«Osama può avere davvero la Bomba»
L´ex n°2 del Pentagono: anche l´11 settembre era impensabile

corrispondente da NEW YORK

CHI ostenta sicurezza sul fatto che Osama bin Laden non possiede l´atomica assomiglia molto a coloro che prima dell´11 settembre non ritenevano possibile un attacco terroristico contro il territorio degli Stati Uniti». Graham Allison, già sottosegretario alla Difesa nell´Amministrazione Clinton ed oggi direttore del Centro di Scienze ed Affari Internazionali dell´Università di Harvard, dal 1991 è sempre stato in prima fila negli sforzi per impedire la proliferazione nucleare. Il presidente Bill Clinton gli assegnò la più alta onoreficienza civile del Pentagono per essersi occupato con successo del trasferimento in Russia degli arsenali nucleari che si trovavano nelle altre repubbliche ex sovietiche: riuscì a mettere al sicuro dodicimila testate ed a sorvegliare la distruzione di altre quattromila. Nelle pagine del libro «Impedire l´anarchia nucleare» (edizioni Mit Press) Allison preannunciò tempo fa il rischio del terrorismo atomico di cui l´America continua a dibattere da due settimane, nel timore che Osama bin Laden disponga di una «valigetta-bomba».
Professor Allison, oggi quel rischio è davvero reale? «Nessuno in questi giorni a Washington ha alcun dubbio sul fatto che il leader terrorista Osama bin Laden desideri entrare in possesso di un ordigno nucleare. E´ inoltre noto che ha tentato di procurarselo in differenti maniere e in più occasioni. L´interrogativo è solo se il tentativo intrapreso ha avuto successo o meno. Di certo, se lo avesse, non esiterebbe ad usarlo». Da chi Osama bin Laden potrebbe avere ottenuto un´arma nucleare? «In Russia vi sono oggi venticinquemila armi nucleari e settantamila dosi di uranio e plutonio arrichito. La maggioranza di queste armi e dosi è conservata sotto stretta sorveglianza, tuttavia non si può escludere che qualcuno ne abbia trafugate una o più d´una per venderla e arricchirsi». Il problema allora è solo la sicurezza dell´arsenale russo? «No. Il problema è che esistono dei ladri. Anche questo è accertato. Vi sono stati dei furti e vi sono stati dei ladri. Alcuni li abbiamo catturati. Ma l´interrogativo è se li abbiamo presi davvero tutti o se qualcuno è riuscito a sfuggire, mettendo in vendita la bomba. In genere in qualsiasi cosa che si fa il risultato non è mai quello del cento per cento, c´è sempre qualcosa che non va, qualcuno che sfugge». Dunque lei teme che Bin Laden abbia l´atomica? «La possibilità non può essere del tutto esclusa e questo basta per temere che ce l´abbia davvero da qualche parte». La sua è una posizione isolata. Come spiega il fatto che la maggioranza degli esperti di armi nucleari la pensi diversamente e ritenga eccessivi i timori di un attacco atomico contro gli Stati Uniti? «Molti esperti ritenevano impossibile che qualcosa come gli attacchi dell´11 settembre avrebbero mai potuto avvenire. Altrettanti esperti non avevano previsto le busta con le spore d´antrace. Gli eventi devono essere previsti prima che si verifichino, sulla base delle nozioni di cui si dispone. Commentarli dopo, a fatti avvenuti, è altra cosa». Se Bin Laden vuole ottenere, o già possiede, l´atomica quali sono le risposte possibili? «Sono quattro i fronti sui quali bisogna essere attivi, con il massimo delle risorse possibili. Primo: la deterrenza, ovvero proteggere i luoghi dove si trovano le armi nucleari. Ad esempio Paesi come la Russia al fine di rendere molto difficile ad un ladro di impossessarsene. Secondo: la sorveglianza, controllare strettamente ogni spostamento di queste armi sul territorio. Terzo: non dare tregua alla criminalità internazionale che potrebbe essere il vettore per trasferire l´atomica da dove si trova alle mani sbagliate, di Bin Laden o di qualcun altro. Quarto: sconfiggere e distruggere quelle organizzazioni terroristiche, come Al Qaeda, che si propongono di avere una capacità nucleare per colpire i loro nemici. Solo coordinando gli sforzi differenti e mantenendo la pressione costante in tutte e quattro queste direzioni si potrà ridurre al minimo la probabilità di un furto nucleare, che però non potrà mai essere del tutto eliminata».