Il TEMPO  Domenica 9 Dicembre 2001
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Gli 007 israeliani, americani e inglesi: Bin Laden ha ordinato un attacco nucleare su scala mondiale
 
Osama prepara l’apocalisse di Natale
 
Attentati simultanei in almeno tre Paesi in una data tra il 12 e il 26 dicembre
 
 
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di STEFANO MANNUCCI

BRACCATO dai suoi nemici, Osama Bin Laden ha messo al sicuro la sua famiglia in Pakistan: una separazione che gli 007 americani, israeliani e britannici interpretano come il via libera per un’apocalittica offensiva terroristica. Un attacco di tipo nucleare, chimico o biologico da effettuarsi simultaneamente contro almeno tre Paesi, in una data compresa tra il 12 e il 26 dicembre, o in una seconda opzione entro la prima metà di gennaio 2002. I bersagli sarebbero New York e un’altra metropoli degli Stati Uniti, Londra e Tel Aviv: la dimensione del "colpo" farebbe impallidire il ricordo dell’11 settembre.
E che vi siano indizi credibili sul piano di Bin Laden, lo dimostrano gli allarmi diffusi in queste ultime ore dai Governi nel mirino dello sceicco: gli Stati Uniti hanno sconsigliato ai cittadini americani di recarsi in Israele e in Palestina, mentre sul territorio Usa è scattato, per la terza volta dalla carneficina delle Twin Towers, lo stato di massima allerta. A Londra, l’indiscrezione è stata rilanciata ieri mattina dal ministro degli interni britannico David Blankett, mentre a metà settimana, fonti militari qualificate di Gerusalemme avevano segnalato la concreta possibilità di un assalto terroristico di Al Qaeda su scala mondiale. Particolare vigilanza, secondo i riscontri incrociati di intelligence, meritano i giorni finali del Ramadan, e naturalmente quelli di Natale. Preoccupa, tra l’altro, la conferma che gli uomini di Osama avrebbero introdotto in America una bomba «radioattiva», confezionata con l’uranio 235 acquistato a suon di miliardi dal trafficante d’armi ucraino Semion Mogilevich.
La fuga dei familiari di Bin Laden in Pakistan costituisce un vero smacco per gli agenti segreti americani e inglesi che, teoricamente, sorvegliano da settimane i possibili nascondigli dello sceicco in Afghanistan. Alla Cia si dicono certi che, almeno fino al 27 novembre scorso, mogli, figli, cognati e nuore fossero ancora al suo fianco nelle grotte di Tora Bora: poi l’ultimo addio prima del rocambolesco viaggio della sua "tribù" verso il confine oltre il quale il saudita conta ancora molti amici.
D’altro canto, il generale pakistano Rashid Qureshi ha dichiarato ieri che Islamabad invierà elicotteri e rinforzi armati per pattugliare la frontiera e impedire il passaggio dei leader di Al Qaeda.
Dove si trovi Osama, tuttavia, resta un mistero. Sostiene di non saperlo neppure la madre Alia, che a un quotidiano saudita ha confessato: «Non condivido alcuni punti di vista di mio figlio ma non sono in collera con lui. Allah voglia che trovi la retta via e che possa mettersi in salvo». I comandanti delle forze antitaleban a Tora Bora si dicono convinti che il ricercato numero uno sia ancora nascosto nella regione, dove dirigerebbe la resistenza dei suoi fedelissimi. C’è chi lo avrebbe persino avvistato a dorso di un baio, accompagnato da quattro guardie del corpo. Altri lo temono già salpato da qualche porto del Mare Arabico, rifugiato in una delle 23 navi di sua proprietà, verso un approdo ignoto. Pronto per sferrare il suo terrificante colpo di coda.