Francia.
Preoccupazione dei servizi
segreti: un “campione”destinato a Bin Laden?
Al mercato dell’atomica
Provetta di uranio arricchito
in vendita a Parigi
PARIGI Una provetta di uranio 235 arricchito
all’80 per cento, pronto per la fabbricazione di un’arma nucleare,
è stata sequestrata in piena Parigi. Ce ne vogliono dieci chili(?)
per fare un’atomica ma i servizi sono in allerta, convinti che i 5 grammi
fossero un campione per un “cliente” potenziale, forse il temuto terrorista
internazionale Oussama Bin Laden. L’inquietante vicenda è
stata rivelata in esclusiva dal domenicale “Le Journal du dimanche”.
L’inchiesta, affidata alla giudice Francoise Travaillot, andava
avanti da un mese. La settimana scorsa, l’operazione, svoltasi all’insegna
dell l’assoluto top-secret: a Place de la Nation, a Parigi, viene arrestato
Serge Salfati, un francese pregiudicato per truffa ai danni di investitori
di Borsa. Nello stesso tempo, un primo complice, il camerunense Yves Ekwella,
viene bloccato alla guida di un furgone dal quale esce il segnale radioattivo
dell’uranio 235. Poco dopo, il presunto organizzatore dell’operazione,
il cinquantenne camerunense Raymond Lobè,
viene fermato in un appartamento parigino.
Dell’operazione e soprattutto del sequestro del materiale radioattivo
- un’ampolla di vetro infilata in un cilindro di piombo - sono stati subito
investiti la DST, i servizi francesi, e il CEA, il Commissariato per l’energia
atomica. Finora, in Francia, il contrabbando era arrivato fino allo smercio
di scorie radioattive sottratte a qualche deposito. Adesso,
per la prima volta, gli inquirenti sono certi dell’esistenza di un commercio
di uranio destinato alla fabbricazione di un’arma nucleare.
L’affare, per i tre della banda, era enorme: l’uranio 235 si vende
a milioni di dollari il chilo. In mano alla giudice sono finiti alcuni
biglietti aerei e molti documenti sequestrati ai tre contrabbandieri: resoconti
di analisi di prodotti nucleari firmate da diversi laboratori e appunti
in cirillico. Gli inquirenti sono certi che il
materiale provenisse da paesi dell’Europa orientale, la maggiore
fonte di approvvigionamento mondiale dopo che il crollo del blocco sovietico
ha consentito il saccheggio di interi stock di materiale militare. L’uranio
trovato a Parigi potrebbe provenire da un’arma nucleare smontata o dal
reattore di un sottomarino a propulsione nucleare: entrambe le ipotesi
sono inquietanti, ma il CEA ci sta già lavorando.
Il giornale francese, citando «fonti americane», enumera
i «clienti potenziali» del campione da 5 grammi, che sarebbe
poi stato seguito da un’ordinativo «vero»: Iran, Iraq, Libia
o Corea del Nord. Ma inquieta forse di più
l’ipotesi del commissario Gilles Leclair, dell’Europol dell’Aja: secondo
lui, c’è anche la pista terroristica. Il miliardario Bin Laden,
il ricercato numero uno nel mondo, avrebbe cercato di recente di procurarsi
un quantitativo di uranio di provenienza sudafricana tramite alcuni emissari
in Sudan. Potrebbe essere lui il «cliente» dei contrabbandieri
di Parigi.
A. T.
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Forse era meglio dire la verità sul
quantitativo no ...
la pista del commissario però
è la piu accreditata visto che la setta degli assassini del
vecchio della montagna non indugerebbe un attimo ad usare la bomba
atomica in Europa ed America nel caso la possedesse.