UNIONE SARDA - 23 luglio 2001
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Francia.
Preoccupazione dei servizi segreti: un “campione”destinato a Bin Laden?
 
Al mercato dell’atomica
Provetta di uranio arricchito in vendita a Parigi
 
 
PARIGI Una provetta di uranio 235 arricchito all’80 per cento, pronto per la fabbricazione di un’arma nucleare, è stata sequestrata in piena Parigi. Ce ne vogliono dieci chili(?) per fare un’atomica ma i servizi sono in allerta, convinti che i 5 grammi fossero un campione per un “cliente” potenziale, forse il temuto terrorista internazionale Oussama Bin Laden. L’inquietante vicenda è stata rivelata in esclusiva dal domenicale “Le Journal du dimanche”.
L’inchiesta, affidata alla giudice Francoise Travaillot, andava avanti da un mese. La settimana scorsa, l’operazione, svoltasi all’insegna dell l’assoluto top-secret: a Place de la Nation, a Parigi, viene arrestato Serge Salfati, un francese pregiudicato per truffa ai danni di investitori di Borsa. Nello stesso tempo, un primo complice, il camerunense Yves Ekwella, viene bloccato alla guida di un furgone dal quale esce il segnale radioattivo dell’uranio 235. Poco dopo, il presunto organizzatore dell’operazione, il cinquantenne camerunense Raymond Lobè, viene fermato in un appartamento parigino.
Dell’operazione e soprattutto del sequestro del materiale radioattivo - un’ampolla di vetro infilata in un cilindro di piombo - sono stati subito investiti la DST, i servizi francesi, e il CEA, il Commissariato per l’energia atomica. Finora, in Francia, il contrabbando era arrivato fino allo smercio di scorie radioattive sottratte a qualche deposito. Adesso, per la prima volta, gli inquirenti sono certi dell’esistenza di un commercio di uranio destinato alla fabbricazione di un’arma nucleare.
L’affare, per i tre della banda, era enorme: l’uranio 235 si vende a milioni di dollari il chilo. In mano alla giudice sono finiti alcuni biglietti aerei e molti documenti sequestrati ai tre contrabbandieri: resoconti di analisi di prodotti nucleari firmate da diversi laboratori e appunti in cirillico. Gli inquirenti sono certi che il materiale provenisse da paesi dell’Europa orientale, la maggiore fonte di approvvigionamento mondiale dopo che il crollo del blocco sovietico ha consentito il saccheggio di interi stock di materiale militare. L’uranio trovato a Parigi potrebbe provenire da un’arma nucleare smontata o dal reattore di un sottomarino a propulsione nucleare: entrambe le ipotesi sono inquietanti, ma il CEA ci sta già lavorando.
Il giornale francese, citando «fonti americane», enumera i «clienti potenziali» del campione da 5 grammi, che sarebbe poi stato seguito da un’ordinativo «vero»: Iran, Iraq, Libia o Corea del Nord. Ma inquieta forse di più l’ipotesi del commissario Gilles Leclair, dell’Europol dell’Aja: secondo lui, c’è anche la pista terroristica. Il miliardario Bin Laden, il ricercato numero uno nel mondo, avrebbe cercato di recente di procurarsi un quantitativo di uranio di provenienza sudafricana tramite alcuni emissari in Sudan. Potrebbe essere lui il «cliente» dei contrabbandieri di Parigi.
 

A. T.

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Forse era meglio dire la verità sul quantitativo no ...
la pista  del commissario però è la piu accreditata visto che la setta degli assassini del vecchio della montagna non indugerebbe  un attimo ad usare la bomba atomica in Europa ed America nel caso la possedesse.