UNIONE SARDA - martedì 26 giugno 2001

Le vittime sarde dell'uranio
chiedono giustizia

«La relazione Mandelli sull’uranio impoverito è da ritirare». L’ex presidente della commissione Difesa della Camera Falco Accame incalza con decisione: «Non possiamo credere a chi ci dice che l’U238 è innocuo quando al di là dell’oceano, gli stessi americani si accorgono della pericolosità dei proiettili radioattivi».

Al teatro Nanni Loy di Cagliari, durante un dibattito organizzato dal comitato Gettiamo le basi, l’ex parlamentare della sinistra indipendente, ora presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime delle Forze armate, ha parlato davanti a un pubblico numeroso e attento. Attento perché la vicenda di quei ragazzi, reduci dalla Bosnia e dal Kosovo o in servizio nei tanti poligoni della Sardegna, ammalati e morti di leucemia, ci riguarda da vicino.

«Salvatore Vacca, Giuseppe Pintus, chiedono giustizia, la chiedono i familiari qui presenti», continua Accame. «Lo Stato non può tirarsi indietro. Dietro le pressioni americane sono stati riconosciuti 4 miliardi di risarcimento per ogni famiglia delle vittime del Cermis. E i morti dell’uranio? Non esistono? Se vogliamo altre conferme sui pericoli della polvere radioattiva basta leggere le notizie sul sito di Usa Today. Mi sembra una fonte attendibile».

Intanto il sindaco di Cagliari Emilio Floris ha incontrato il sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu per parlare di servitù militari. Si è affrontato il problema delle dismissioni di alcune aree che potrebbero essere di grande importanza per lo sviluppo della città. Saranno organizzate riunioni tecniche fra gli enti pubbblici interessati, fanno sapere da via Roma, e si è parlato anche della possibilità di promuovere un incontro ad alto livello per conciliare le esigenze della Difesa con quelle della cittadinanza.

Laura Floris